A 1 Football Club, programma radiofonico condotto in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Domenico Maietta, ex calciatore dell’Empoli: “Traorè arriva da una lunga malattia. È un ragazzo giovane, di qualità, seppur diverso da Kvaratskhelia. Sarà fondamentale poterlo aspettare, soprattutto perché il mercato di gennaio comporta delle difficoltà nell’adeguarsi agli schemi di una grande squadra. Quest’anno può dare una grossa mano, ma bisogna credere in questo ragazzo. Ad un giocatore così completo come Kvaratskhelia, che ha dimostrato di esser un fuoriclasse, non riesco trovare lacune. Lo vedo sempre molto coinvolto. Forse, si potrebbe pensare a migliorare qualcosa dal punto di vista della finalizzazione. Sulle prestazioni del georgiano potrebbero anche incidere le difficoltà di tutta la squadra. Supercoppa? Mi auguro che il Napoli possa uscirne vincitore. Spero che, dopo la Supercoppa, possa cominciare un nuovo campionato in cui gli azzurri tornino ad essere la squadra spumeggiante che abbiamo imparato ad apprezzare. Di Lorenzo è un giocatore che ci ha stupito tutti. Arrivai ad Empoli a gennaio e posso dirvi che era già un terzino dalla falcata e dalla facilità di corsa straordinaria. Inoltre, è un ragazzo eccezionale. Ha sempre fatto gruppo, trascinato la squadra anche in maniera silenziosa. Ci aspettavamo tutti facesse il salto di qualità. Negli anni ha fatto esperienza ed ha dimostrato di esser tanta roba. Un vanto per il Napoli e per la Nazionale. Pensate ai recenti dati che testimoniano sia il terzino con più passaggi precisi, che corre di più e si fa trovare sempre presente nella trequarti avversaria. Ngonge, nonostante le difficoltà, ha saputo farsi trovare sempre presente. Come Traorè, anche lui gioca a piede invertito. Un giovane dalle qualità pazzesche. Mi piace la politica del Napoli di puntare su giovani prospetti- Tutte queste cifre folli, relative al mercato delle squadre saudite, stanno un po’ massacrando il calcio italiano ed anche europeo. Quando arrivano questi signori, che sparano cifre folli, il rischio è di rovinare le nostre squadre. Posso capire un uomo di trentaquattro o trentacinque anni che vuole provare un’esperienza diversa a fine carriera. Non comprendo, invece, la scelta di giovani calciatori. Questi campionati rischiano di sedare l’agonismo, la voglia di arrivare di un giocatore. Sono competizioni che non possono vantare la competitività di una sfida contro Juve, Milan e Inter e, dunque, rischiano di appagare“.