“Il Napoli ha perso lo spirito aziendale. Oggi non basta una mossa per risolvere i problemi”

"Bisogna analizzare se il percorso stabilito a giugno sia percorribile. Il ritiro non serve perchè punisce laddove è venuta meno l'alchimia"

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Ai microfoni di Radio Marte, è intervenuto Luca Marchetti, giornalista Sky. Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni.

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È il peggior girone d’andata di una squadra campione d’Italia da quando esistono i tre punti, questo basta a fotografare il momento del Napoli. Risolvere la situazione non è semplice, ci vuole impegno totale da parte di tutti. Individuare una figura più o meno responsabile può far comodo ma non risolve il problema. Oggi bisogna capire se le strade tracciate a giugno siano ancora percorribili e se ci sia ancora fiducia nel gruppo.
Il ritiro non mi convince, in passato serviva quasi per punire i giocatori (vedi il Perugia di Gaucci, ad esempio). Il ritiro punisce perché non stai con la famiglia ma io non credo che i giocatori non si impegnino, piuttosto è venuta meno la chimica di gruppo. Il ritiro potrebbe servire a questo, a ritrovare quella comunione di intenti che sembra essersi persa. Il Napoli aveva lo spirito aziendale, che era una delle colonne che avevano portato alla vittoria del campionato: ritrovarlo in ritiro non credo sia facilissimo. Inutile anche cambiare l’allenatore o introdurre nuove figure dirigenziali: la somma di tutti questi fattori, invece, potrebbe servire. Ad oggi non sappiamo chi prenderà il Napoli: se si comprano giocatori come Samardzic o Dragusin, non conta chi sarà l’allenatore nella prossima stagione perché sono giocatori importanti per qualsiasi tecnico, come dimostrano le tante squadre interessate a questi profili. Ma oggi non conosciamo i vari obiettivi del Napoli, al di là di quei pochi evidenziati fin qui. Avendo una situazione di emergenza, l’attenzione al budget sui diritti di immagine e commissioni agli agenti può rallentare le operazioni di acquisizione dei giocatori. Già il calcio italiano è meno appetibile rispetto ai campionati europei, poi se le trattative sono più lunghe diventa un problema”
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