Senza Osimhen e Anguissa tra infortuni e scelte tecniche Mazzarri “reinventa” la squadra

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È rimasto il ricordo – ch’è sempre tenero – e poi tutto il resto è volato via: non c’è neppure più il tridente, sparito nell’ennesima notte buia, quella nella quale Mazzarri ha scelto di essere sé stesso, di smettere di ispirarsi a qualcosa così distante da lui. Era l’uomo del 3-5-2 (o 5-3-2?) e con qualche accorgimento, sistemandosi nelle due fasi, è sceso a un ennesimo compromesso: quando la palla ce l’hanno gli altri, si abbassa Zerbin, con Di Lorenzo che scivola a fare il «braccetto» di destra; e nel momento in cui la fase diventa attiva, ragazzo vai su. È una via di mezzo, in realtà sa di equivoco o di patto con la propria anima, e però ora, nel viaggio virtuale verso (il) Torino, altro bisognerà inventarsi, quasi una squadra.

 

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 SI CAMBIA. La ricostruzione partirà dal basso e qui dovranno esprimersi i medici: il risentimento muscolare alla coscia sinistra di Meret è un segnale dei tempi, la rielaborazione dovrebbe cominciare dalla porta, che verrà affidata a Gollini (se smaltirà il problema a una caviglia che gli ha impedito di entrare con il Monza), e poi si passerà altrove.

LA COLPA D’AFRICA. Perché il Napoli avrà due vuoti «terribili» da colmare, tutta «colpa» della Coppa d’Africa, che ha precettato Anguissa ed Osimhen e costringerà a trovare soluzioni nuove, anzi antiche. In mezzo al campo, a fare il mediano, viene facile pensare che il sostituto naturale di Anguissa sia Cajuste, però chiede spazio anche Gaetano, altrimenti costretto a chiedere di cambiare aria.
E poi c’è il mercato, che magar potrà irrompere – certo non a Torino – per raddrizzare equilibri che sono evaporati da sempre, con Garcia, e che non sono mai più stati ritrovati.

 

Fonte: CdS

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