I dubbi del Cholito

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Lo stomaco del Cholito non manifesta ancora il  classico mal di pancia di stagione, preludio per una richiesta di cessione, ma un brontolio, per i 261’ disputati in Serie A. Subito dopo il pari interno con le conseguenti scuse presidenziali, la città s’interroga sul momento critico degli azzurri. Tra i vari dubbi, sorge quello inerente alla gestione del Cholito Simeone, utilizzato non più come soluzione importante in corso d’opera ma impiegato come riserva della disperazione. Contro i Brianzoli, l’argentino è stato impiegato da Mazzarri per appena 6 minuti di gioco, portando un po’ di vivacità dentro una fase offensiva asfittica, servendo una palla d’oro a Gaetano che tutto solo davanti Di Gregorio, non riesce la zampata decisiva. Pochi attimi di gara per dimostrare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, delle qualità dell’ex Cagliari, Verona e Fiorentina.

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Ora anche lui comincia a interrogarsi sul suo futuro, il suo nome circola in Spagna e in Inghilterra, ma il presidente De Laurentiis è stato già categorico con lo stesso giocatore: incedibile. Eppure osservando i numeri si fatica a capire: Simeone ha giocato appena 261’ in A (con un gol in 13 presenze), 79’ in Champions (un gol, nei 45’ da titolare contro il Real) e 63’ in Coppa Italia, nella debacle contro il Frosinone, realizzando comunque una rete poi annullata al VAR. Mazzarri ha detto che il Cholito anche lo scorso anno veniva utilizzato così: vero perché Gio faceva parte di un meccanismo solido e quando entrava spaccava la partita. Il presente raccolta ben altro, narra di una squadra non più tale che trova enorme fatica per segnare, allora l’apporto di Simeone, non solo per 6 minuti, potrebbe essere utile alla causa, oltre che difendere un patrimonio importante.

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