La diversità dei regimi fiscali dei vari campionati europei, è uno dei problemi alla base della competitività internazionale, come viene rilevato da uno studio comparativo del Think Tank dell’Europarlamento. Occorre ricordare che lo sport rappresenta il 2% del fatturato dell’intera Unione Europea e genera il 3,5 dell’occupazione complessiva.
In Spagna, si applicava dal 2004 al 2010, la legge Beckham che prevedeva una tassazione con aliquota ridotta: dal 43% al 24% per introiti superiori a seicentomila Euro annui.
In Francia, in Olanda ed in Belgio si persegue la strada della tassazione agevolata. In Ligue 1 chi non è residente da almeno 5 anni in Francia su 1 milione di euro netti di stipendio paga le tasse soltanto su 700 mila euro, gli altri 300 mila non rientrano nell’imponibile fiscale. In Olanda il 70% dello stipendio va in un fondo individuale e le tasse si pagano subito solo sul restante 30%. In Inghilterra vige una doppia tassazione: un’aliquota del 45% sugli stipendi ed un’aliquota del 19% sui proventi per lo sfruttamento dei diritti d’immagine, con il conseguente spostamento di alcuni emolumenti sulla seconda voce, con relativa apertura di un fascicolo d’inchiesta.
Fonte: Gazzetta dello Sport