Moggi attacca duro: “Un Napoli a dir poco disastroso. I giocatori, cardini del Napoli del passato, non sono più gli stessi”
Luciano Moggi, ex dirigente del Napoli, ha scritto, nel suo editoriale per Libero, della situazione del Napoli, settimo in classifica e fuori dalla Coppa Italia.
“Un Napoli a dir poco disastroso perde contro la Roma ed è settimo in classifica. Le due espulsioni hanno avuto un peso determinante sull’esito finale, ma la verità è che i giocatori, cardini del Napoli del passato, non sono più gli stessi: Lobotka che toccava una infinità di palloni fatica ad entrare in partita, Kvaratskhelia non salta più gli avversari, Osimhen generoso quanto confusionario e la difesa perforabile perché il centrocampo non riesce più a fare densità. Si è spenta insomma la luce sul Napoli che, dopo aver abdicato per il titolo, rischia di non qualificarsi neppure in Champions. Zero tiri in porta nel primo tempo, uno solo nella ripresa, troppo poco per una squadra che l’anno scorso aveva la migliore difesa, il migliore attacco e il capocannoniere del campionato. E per non farsi mancare niente, a fine partita il pullman della squadra ha lasciato a piedi Mazzari. Confusione dopo la sconfitta? Si parla forse troppo di rinforzare la squadra. Secondo noi a questo Napoli manca solo un Direttore Generale con carisma che sappia infondere nel gruppo l’autostima che abbondava un anno fa.
Ha detto ‘solo con l’imbroglio si può vincere il secondo campionato’. Questo non lo capisco affatto. Parlare di imbroglio mi sembra una cosa inappropriata. Verrebbe da dire a De Laurentiis: ma tu quando il Milan e quando la Juventus vincevano i campionati, le coppe e le Champions, dov’eri? Parlavi di calcio o parlavi di cinema? Se parlavi di calcio, come fai a dire una cosa del genere? La cosa più grave è stata la risposta silente.
Tu non sei riuscito a vincere il campionato perché non sei riuscito a trattenere chi voleva andare via, ovvero Spalletti e Cristiano Giuntoli. Uno è andato alla Juventus e uno alla Nazionale, sono andati via nonostante la vittoria. Questa risposta l’avrebbe dovuta dare la Federazione, anche per chiarire un attimo come si vive il calcio, senza gettare ombre.