Il lato oscuro del Pocho, la droga. Lavezzi in clinica, tutta la verità sulla vicenda della presunta aggressione

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Dopo la notizia dei giorni scorsi dell’aggressione subita dal Pocho Lavezzi, ex calciatore del Napoli, oggi La Gazzetta dello Sport ricostruisce tutta la reale vicenda, che smentisce tante voci che sono girate, sottolineando che il problema real è la tossicodipendenza di Lavezzi.

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Sono i giorni delle scelte di una vita. Il Pocho Lavezzi è ricoverato a Boulogne sur Mer (Argentina) e sta smaltendo la notte terribile nella sua lussuosa villa di Arenas de Jose Ignacio, vicino a Punta del Este. Al suo fianco è arrivato Tomàs, il figlio diciottenne che vive a Santa Fe, dove gioca da mezza punta nelle giovanili dell’Union. Gli intenditori sostengono che anche lui ha un futuro nel calcio, ma adesso importa che il suo ascendente aiuti il Pocho a compiere il grande passo.
La famiglia Non a caso il ragazzo nelle scorse ore con un post sui social ha fatto il punto sulla delicata vicenda, ma è chiaro che il consulto familiare sarà decisivo nelle prossime ore per indurre l’ex attaccante del Napoli a sottoporsi ad un duro percorso di recupero psico-fisico per liberarsi dalla morsa della tossicodipendenza. Sì, perché quando alle quattro di notte il Pocho è andato in crisi era evidentemente sotto gli effetti della cocaina. In questi frangenti i medici sono stati inflessibili. L’ex napoletano deve seguire una dura disciplina per almeno tre mesi e disintossicarsi se vuole mettersi alle spalle questa brutta pagina.
Alti e bassi Già nei mesi scorsi l’ex nazionale argentino ha avuto degli alti e bassi, legati sempre ad alcune cattive frequentazioni. L’impegno della famiglia è votato proprio a questo duplice obiettivo: convincerlo a curarsi e soprattutto ad allontanare chi, come l’altra notte, l’ha raggiunto a casa per indurlo in tentazione.
In quei frangenti in casa c’era anche la sua attuale compagna, Guadalupe Tabuada, 27 anni, modella argentina conosciuta un anno fa a Parigi. In un primo momento si erano diffuse le versioni più disparate: alcune facevano addirittura riferimento ad un’aggressione, magari degli stessi familiari. Nulla di tutto ciò. La realtà è che il fratello stava dormendo, quando il Pocho è entrato in crisi. Poi, i momenti drammatici che (per fortuna) hanno determinato ferite lievi e la frattura ad una clavicola. Ma la paura è stata tanta, soprattutto perché non ci sono stati atti violenti esterni. Da qui la necessità improrogabile di evitare nuove ricadute.
Il dialogo Ecco perché ora sarà indispensabile un aiuto affettivo che accompagni il Pocho verso la strada maestra. Detto del ruolo centrale del figlio Tomàs, invece, Ezequiel ha rotto da tempo i ponti con sua madre Deborah, che vive a Rosario. I media argentini hanno riferito che inizialmente il volo di trasferimento dall’ospedale Cantagall di Punta del Este era proprio in direzione del capoluogo rosarino. Però durante il viaggio una nuova crisi ha consigliato i sanitari di fermarsi prima. Vale a dire nella Capital Federal, in modo da raggiungere in fretta il centro riabilitativo Gens. Sembra quasi che una maledizione accompagni il calcio argentino. Era l’alba del 2000 quando Diego Armando Maradona sempre a Punta del Este subì una crisi cardiaca per gli effetti della sua tossicodipendenza e venne ricoverato al Cantagall per poter superare la crisi. Ora tocca a Lavezzi finire sullo stesso calvario.
La speranza A 38 anni Ezequiel Lavezzi ha tutto il tempo per uscire dal tunnel, ma deve essere il primo a crederci. Secondo alcune testimonianze ha promesso di rigare dritto, ma vorrebbe tornare a casa in breve tempo. Ovviamente Tomàs (e chi gli vuole bene) farà di tutto perché Boulogne sur Mer sia la sua salvezza.
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