Azzurri timorosi, a Roma inciderà anche la paura del risultato

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Fabio Petruzzi, ex calciatore – tra le altre – di Roma e Bologna, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di 1 Football Club sul big match di domani sera all’Olimpico fra i giallorossi e il Napoli.

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Che gara si aspetta tra Napoli e Roma?
“Mi auguro di vedere una partita non condizionata dalla paura del risultato. Le due squadre vengono da momenti che, seppur simili, possono dirsi sostanzialmente differenti. La Roma, prima della sconfitta di Bologna aveva ottenuto una serie di risultati positivi. Anche a Firenze, i giallorossi avevano dimostrato il solito carattere di una squadra che non molla mai. Per quanto riguarda il Napoli, nonostante le sconfitte contro Juventus e Inter, gli azzurri mi avevano fatto una buona impressione. Avevo visto un Napoli in crescita. Con il Frosinone si è pagato un turnover eccessivo. Quel che mi preoccupa è che le due squadre possano giocare con un po’ di paura”.


Quanto cambia il modo di interpretare la difesa con l’addio di Kim e l’arrivo di Natan?
“Cambia tanto… Sinceramente, non conoscevo Kim, ma vederlo giocare è uno spettacolo. Ha una concentrazione impressionante, gioca sempre sulla posizione. Un calciatore concreto, mi ricorda molto Walter Samuel. L’argentino non badava all’estetica ma alla concretezza. Inoltre, con la sua velocità, il coreano consentiva di tenere una difesa alta. Tanti buchi venivano offuscati proprio dal coreano. Oggi, inoltre, vediamo un Rrahmani in grande difficoltà. Giocare al fianco di un difensore capace di ostentare tanta serenità permetteva anche alla squadra, ed ai compagni di reparto, di giocare con maggiore tranquillità. Il Napoli, ad oggi, gioca proprio con questo timore. È una squadra molto lunga che credo risenta anche dell’addio di un maestro come Spalletti. Non critico i suoi successori, arrivare dopo Luciano sarebbe stato difficile per chiunque”.


Crede che Mario Rui sia un rimpianto per i giallorossi?
“Non credo si tratti di un rimpianto. È un buon giocatore per il Napoli così come lo sarebbe stato per la Roma. Purtroppo, nel calcio odierno non si concede tempo a nessuno. Il calciatore vuole trovare la sua dimensione, i suoi tempi”.

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