Fra Garcia e Mazzarri due mondi opposti: ora azzurri rinati

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Gian Piero Ventura, ex allenatore – fra le altre – di Napoli e Cagliari, ha rilasciato un’intervista ai taccuini de Il Mattino proprio sulla sfida fra azzurri e rossoblu che andrà in scena alle 18.00 al Maradona.

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Ventura, si aspettava di vedere il Napoli così in ritardo?
«Non se lo aspettava nessuno dopo quello che era stato fatto lo scorso anno. Purtroppo è successo quello che nessuno pensava potesse succedere. È andato via Spalletti ed è arrivato Garcia che ha incontrato delle oggettive difficoltà soprattutto per colpa sua. Il francese si è approcciato male nello spogliatoio».


In che senso?
«Tengo bene impressa la sua prima frase quando disse al gruppo: “Non mi interessa cosa avete fatto, ora facciamo il mio calcio”. Una cosa a mio avviso assolutamente devastante in uno spogliatoio».


Adesso però c’è Mazzarri
«Ed infatti la prima cosa che Walter ha detto è stata quella di avere a disposizione “la squadra più forte che ha mai allenato”. Garcia è stato traumatico, l’altro rassicurante».


Ma i problemi non sono scomparsi del tutto.
«Riportare la serenità nello spogliatoio era il primo compito che aveva Mazzarri e lo ha fatto. Era importante, ma ovviamente non è sufficiente. È anche vero che finora non ha avuto il tempo per fare altro perché il Napoli sta giocando ogni tre giorni. Ma i primi tempi degli azzurri sono assolutamente positivi: si sono riviste la voglia di giocare e anche le giuste distanze».


Oggi arriva il Cagliari: una sorta di testacoda.
«Napoli e Cagliari sono piazze diverse con aspettative diverse. Gli azzurri hanno l’obbligo minimo di entrare in Champions, per i sardi c’è l’obiettivo salvezza. Parliamo di due mondi diversi».

 

 

 

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