L’impegno e la professionalità sono fuori discussione, eppure manca qualcosa. Mazzarri dovrà “curare” uno dei figli prediletti di questo Napoli, Khvicha Kvaratskhelia. Cosa succede? Scrive La Gazzetta dello Sport: “L’effetto sorpresa che nella passata stagione aveva lasciato tutti a bocca aperta è finito. Nel senso che oggi tutti gli avversari hanno imparato a leggere meglio Kvara e a raddoppiarlo e in alcuni momenti triplicarlo. L’allenatore sta valutando la posizione, chiedendo al giocatore con il nome per lui impronunciabile di venire più in mezzo, avvicinandosi alla porta. Lo aveva fatto bene a Bergamo con uno splendido gol di testa ed anche a Torino, salvo poi concludere in quel modo insulso. […] Dopo lo splendido gol all’Atalanta del marzo scorso, poi premiato come più bello del campionato, Luciano Spalletti commentò: «Riguardate le immagini e osservate com’era gonfia la vena sul collo di Kvara. Ecco, era questo che volevo vedere da lui. Quella forza e convinzione per vincere le partite». Ecco, al Khvicha che conclude malamente sopra la traversa quella favolosa occasione è mancata la cattiveria agonistica sotto porta. Proprio quella invocata dallo stesso Mazzarri per tutti i suoi giocatori.”