Il Napoli esce sconfitto dalla gara contro la Juventus e dice definitivamente addio ai sogni di gloria. Gli azzurri da questo momento devono puntare a guardarsi le spalle dal quarto posto che rischia di sfuggire già a partire da Roma-Fiorentina in programma domani sera all’Olimpico, quando una fra giallorossi e viola potrebbe superare in classifica la formazione di Mazzarri.
Non è bastata una squadra sicura dei propri mezzi e propositiva per avere la meglio dei padroni di casa, cinici e spietati pur avendo costruito relativamente poche occasioni davvero pericolose. Il più grande demerito del Napoli – una costante delle recenti gare – è quello di non concretizzare quanto prodotto. Emblema delle difficoltà di quest’anno è quel che accade poco prima della mezzora: Osimhen vede Kvaratskhelia solo in area, il georgiano guadagna palla e s’invola a campo aperto contro Szczesny sparando incredibilmente alle stelle. Poco dopo va vicino al gol Di Lorenzo con una conclusione a botta sicura su cui il portiere polacco è abile ad avventarsi, in quelle che resteranno le due maggiori opportunità degli azzurri nel corso dei novanta minuti.
Sin dalle battute iniziali, si comprende che l’inerzia del secondo tempo è diversa dalla prima frazione: dopo un palo colpito da Vlahovic – su cui però è ravvisato un fuorigioco – la squadra di Allegri toglie le castagne dal fuoco e va a bersaglio con Gatti (al secondo centro consecutivo) che infila di testa Meret. L’unico grosso pericolo per i bianconeri arriva al minuto 71 quando Osimhen approfitta di un rilancio sbagliato di Szczesny e deposita a porta vuota, ma era tutto fermo per posizione di fuorigioco del nigeriano.
Il match dell’Allianz Stadium restituisce un Napoli ancora una volta vivo sul piano tattico rispetto alle ultime settimane, ma quando i gol e gli uomini latitano non si cantano messe. Serve subito rimettersi in pista e centrare il passaggio agli ottavi di Champions, in attesa di recuperare terreno anche in campionato. Che per gli azzurri questo sia un anno no lo testimoniano anche i numeri: era dalla stagione 1998-99 che la squadra campione in carica – all’epoca proprio la Juventus – si ritrovasse quasi a metà stagione già fuori dalla lotta al titolo.
Riccardo Cerino