Mazzarri conosce l’ambiente, a Torino snodo cruciale della stagione

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Antonio Di Gennaro, opinionista Rai Sport, ha parlato ai microfoni di Juventus-Napoli, in programma questa sera alle 20.45.

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Se sei mesi fa mi avessero detto che in Juve-Napoli ci sarebbe stato Mazzarri in panchina e gli azzurri a -11 dall’Inter, non ci avrei creduto. Il fatto è che quest’estate c’è stata una rivoluzione incredibile, difficilmente chi vince lo scudetto saluta direttore sportivo e allenatore. In più, la scelta di Garcia non è stata felice, è mancata totalmente l’empatia con ambiente e squadra, Napoli ha bisogno anche di un condottiero, ora è tornato Mazzarri che conosce benissimo la città, la squadra con Kim riusciva a fare un gioco entusiasmante. Ora c’è Natan e va aspettato, ma i problemi ci sono. Certo che lo snodo di Torino è fondamentale, se esci sconfitto la risalita diventa problematica, poi la Juve non ha le coppe ed ha un vantaggio considerevole anche dal punto di vista atletico. Se però il Napoli batte la Juventus, può ritrovare slanci importantissimi, basta poco. Nonostante il cambio di allenatore, ad inizio anno avevo messo il Napoli tra le favorite, come la squadra da battere. Poi s’è visto com’è andata, Mazzarri ha ridato serenità ai giocatori anche dal punto di vista tattico, il Napoli ora deve ritrovare continuità. Il ko contro l’Inter è stato certamente condizionato dagli episodi, ma dal secondo tempo del Maradona si è ormai capito che proprio l’Inter ora è la squadra da battere, i bianconeri non hanno le coppe e saranno pericolosi fino alla fine. Gli infortuni muscolari? Ce ne sono troppi, ma non solo nel Napoli, si gioca tanto, ci si allena poco, nel Napoli la preparazione atletica è stata evidentemente deficitaria ma oltre questo c’era un’assenza di sintonia totale, Garcia è stato anche delegittimato dall’incontro del presidente De Laurentiis con Antonio Conte.
Il girone dell’Italia? Duro, ma nel 2012 pure c’erano Croazia e Spagna e arrivammo in finale, Spalletti sta lavorando sulla mente del gruppo, un po’ come ha fatto in passato Mancini, per creare una squadra con identità di gioco, bisogna vedere nel preritiro quanto riuscirà ad incidere e credo moltissimo in lui: Luciano in questo è il numero uno”.

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