Walter Mazzarri, che oggi incrocia ancora una volta il rivale di un tempo Massimiliano Allegri, può vantare una cittadinanza acquisita eppure di pregio: da allenatore ha riportato il Livorno in Serie A dopo una vita di stenti sportivi (la luce è durata poco), da giocatore aveva fatto retrocedere il Pisa,e sono cose che un livornese di scoglio non può dimenticare.
Insomma, dal punto di vista dei locals ha un curriculum di tutto rispetto: sarà pure di San Vincenzo mentre Allegri è nato a due chilometri dall’Ardenza e dallo stadio Picchi, ma i meriti non gli mancano.C’era una volta Lo chiamavano Acciuga. Adesso per gli amici stretti Allegri è solo Massi, non Max, diminutivo internazionale. Era partito con il calcio champagne di Galeone, lo accusano di pensare sempre a una Juve operaia, ma se c’è qualcosa che ha imparato negli anni è come lasciarsi scivolare addosso le cose.
Ecco, a volte in panchina si scalda ed esibisce il massimo grado di livornesità, però di solito è asciutto come il suo fisico. Gli è rimasto il gusto della battuta, coltivato sempre, a Cagliari come a Milano e Torino. Ha la lingua a punta come la maggior parte dei livornesi, cerca di usare l’ironia e una volta si arrabbiava meno di Mazzarri. Il tempo però passa e quelli che oltre dieci anni sembravano eterni duellanti diversissimi adesso sembrano più vicini, anche dal punto di vista calcistico.
Restano le differenze, non manca il rispetto: Allegri era molto contento del ritorno in pista di Mazzarri. Dodici anni fa lottava con il suo Milan contro il Napoli per uno scudetto poi conquistato, ora la partita si gioca forse altrove, ma resta il gusto della stoccata. Stasera si vedrà chi tocca per primo: qualche stoccata virtuale ci scappa di certo.
Fonte: Gazzetta