De Laurentiis infiamma la vigilia: «Si vince sempre soltanto se imbrogli»
Settimo…. «Non si vincono gli scudetti senza imbrogliare». Traducendo: settimo, non rubare. Perché non avendo altro dio al di fuori del set, Aurelio De Laurentiis sale sul palco, e sparge nel Maschio Angioino qualche ombra che si porta appresso, che inquieta e infastidisce, che alimenta un malessere diffuso. È una giornata soleggiata, sa di celebrazione e d’emozioni, è il revival di un anno meraviglioso – la chiamavano la Grande Bellezza – che riempie Napoli oltre la maestosità d’un luogo eterno come i rimpianti che svolazzano: e sarà stato un pensierino alla primavera del 2018, Inter-Juventus con l’errore di Orsato, o magari ci potrà essere altro, i bilanci che non brillano come il suo, ma Aurelio De Laurentiis la butta lì, la tocca piano, e lascia che poi ognuno interpreti neanche troppo liberamente: «Abbiamo sempre detto che non si può, se non con gli imbrogli, vincere lo scudetto ogni anno, perché per riuscirci ci vogliono delle condizioni che non sono sempre le stesse. Anche i giocatori, seppure non siano cambiati, non rispondono sempre nella stessa maniera» .
REPETITA… Anno di grazia 2022-2023, ne sono passati trentatré da quando Diego e il suo Napoli diedero il bis: ma la notte di Udine è già un ricordo lontano, un tormento dell’anima che rischia di ingigantirsi stasera, a Torino. Però è stato bello, anzi bellissimo, e mentre sfoglia nell’album di quei nove mesi, Aurelio De Laurentiis riavverte la magia di un tempo, le vibrazioni vissute, quella «esperienza unica ma che spero sia ripetibile. Io vi prometto che sarà ripetibile». È una promessa a se stesso, è un senso di ribellione verso questa stagione ch’è andata così – perché si sbaglia e perché succede, perché si inciampa e perché si resta incagliati in visioni imperfette – e che va rimodulata, riprendendo in mano il Progetto, i diciannove anni in cui c’è un’evoluzione netta. «Non crediate che il campionato lo si giochi da solo, abbiamo visto come si sono rafforzati anche in Europa. Noi un anno fa abbiamo avuto un grande allenatore come Spalletti e un pizzico di fortuna, che nella vita ci vuole sempre, altrimenti le combinazioni non riescono sempre in maniera così straordinaria».
SOGNARE DI NUOVO. E comunque, ci sarà da divertirsi, oppure da tentare ancora di lusingare la sorte, rimettendo l’Idea al centro del Napoli: e intanto, si ripartirà da Juventus-Napoli, che De Laurentiis vedrà (presumibilmente) dal divano di casa o dall’albergo vista mare, perché poi martedì ci sarà la Champions. Trentatré anni per rivincere uno scudetto e cinque mesi per temere che lo portino già via: undici punti dall’Inter, nove dalla Vecchia Signora e nelle tenebre di questa notte c’è la rotta per il futuro, è un’indicazione che arriva dal passato più recente ma anche da quella più remota. «Perché per vincere gli scudetti bisogna imbrogliare».
CHE BEL CASTEL. È una vigilia, pure questa lunga, è un viaggetto impegnativo, prima la Juventus a Torino, poi il Braga al Maradona martedì sera: è un fase in cui è necessario esserci, far avvertire la presenza della società, provare a spargere un pizzico di tranquillità e passeggiare in quella Castel Volturno nella quale Adl porta con sé il Sogno: «La vittoria dello scudetto è stata un’esperienza unica ma ripetibile. E io prometto che sarà ripetibile». Fonte: CdS