L ’ hanno messo in mezzo: ma chi poteva saperlo, se non il destino che sa essere cinico (e forse anche un po’ baro?). Dall’Inter alla Juventus in fin dei conti è un attimo, quasi un battito di ciglia, ma quando pigiarono sul computer e diedero via alle danze, Piotr Zielinski era ancora un uomo completamente napoletano: aveva appena detto «no» agli arabi, senza che rinunciare a trentasei milioni di euro gli costasse fatica, fu la sua scelta di vita mentre adesso, e sia, lo tirano per la 20, la maglia, un po’ di qua e un po’ di là. Sulla Milano (nerazzurra)-Torino (bianconera), soffia il vento dell’Est: sta arrivando gennaio, si riaprirà il mercato, cominceranno a bussare lecitamente e pure legittimamente alla sua porta, a Varcaturo, e chiederanno a lui e al suo manager di capire cosa voglia fare del proprio futuro. Zielinski rimarrebbe a Napoli, non si lascia sul tavolo una fortuna (quella piovuta mica dal cielo, ma dall’Al-Ahli), e però perché certe storie abbiano un senso e soprattutto un sentimento forte, non basta la propria volontà, bisogna essere almeno in due: il contratto scadrà il 30 giugno, dall’inizio del 2024, in assenza di proposte del Napoli, dovrà decidere oppure riflettere, orientando se stesso. Fonte: CdS