Gazzetta – Mazzarri comincia il piano rimonta. Walter torna nel “suo” stadio dopo 10 anni
Al Maradona da settembre nessuna vittoria, ma gli azzurri possono accorciare sulla vetta
Fibrillazione altissima. E non potrebbe essere differente per un vulcano come Walter Mazzarri. Da poco più di due settimane è tornato al Napoli ma ancora di fatto non ha messo piede nel “suo” stadio.
Che nel frattempo si chiama Maradona e da quando non c’è più Diego il tecnico livornese c’è tornato solo da avversario, raccogliendo applausi di riconoscenza dai napoletani, ma senza logicamente quel feeling che è riesploso in questi giorni, specie dopo la prima partita vinta a Bergamo.
Per quattro anni, fra il 2009 e il 2013, Walter è stato uno dei maggiori protagonisti a Fuorigrotta. Una sorta di torero, con le sue ritualità.
E per i tifosi quando il toscano si toglie la giacca agitandola – come fosse il telo rosso mostrato al toro – è il segnale per tutto lo stadio: scatenate l’inferno. Perché il calcio di Mazzarri è evoluto tatticamente ma soprattutto punta su ritmo e intensità, che riesci a tenere alti quando ci metti il cuore che moltiplica le forze. Un modo di giocare generoso, che non risparmia nemmeno una goccia di sudore e questo piace alla gente. Che deve cancellare l’incubo dell’ultima gara interna contro l’Empoli, quarta sconfitta stagionale, il doppio di tutte quelle subite nella stagione dello scudetto.
Incantesimo In otto gare interne il Napoli ha vinto solo due volte, in campionato (mai in Champions).
L’ultima risale al 27 settembre scorso contro l’Udinese. E dunque bisogna rompere questo incantesimo e tornare al successo.
Riuscirci con l’Inter avrebbe una ulteriore valenze. E non perché Mazzarri abbia vendette da consumare per quella esperienza all’Inter non fortunatissima fra il 2013 e il 2014.
Stasera battere i nerazzurri – che l’ultima volta in trasferta hanno perso proprio al Maradona nel maggio scorso – significherebbe avvicinare la vetta e ridare entusiasmo all’ambiente, dallo spogliatoio agli spalti, che ha bisogno di ritrovare il fascino contagioso delle notti magiche che hanno portato allo scudetto nella scorsa primavera.
Una vittoria per rompere la serie negativa e soprattutto per ridare autostima a un gruppo che può competere ancora per il titolo e comunque non può mollarlo quando ancora siamo nella prima parte del campionato. Fonte: Gazzetta