Gazzetta – Osimhen-Lautaro, sfida tra bomber al Maradona: Victor tra rinnovo e voglia di riscatto

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La Gazzetta dello Sport ha dedicato uno spazio a Napoli-Inter, big match in programma domani sera al Maradona:

 

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Serve il temperamento da eroe. Non ci sono in gioco grandi obiettivi, non è una finale e non siamo neanche vicini a maggio. Eppure, Victor Osimhen è atteso così spasmodicamente. La tensione dello scontro diretto, ovviamente, aumenta l’impazienza. Non sorprendano i toni solenni, perché Fuorigrotta sarà rovente e il Maradona sarà elettrico per riabbracciare Mazzarri. Un entusiasmo ritrovato, dopo le buone prestazioni con Atalanta e Real Madrid, che mostrano aspetti da registrare ma una compattezza mai vista negli ultimi mesi. Contro l’Inter, però, è diverso. Il significato è anche maggiore.
Il nigeriano non ha mai colpito i nerazzurri e proprio contro di loro, a San Siro, è nata la leggenda dell’uomo mascherato. Era il novembre del 2021, quando uno scontro di gioco con Skriniar gli procurò una serie di fratture allo zigomo e all’orbita oculare. La protezione su misura in fibre di carbonio ne ha caratterizzato il personaggio. La scaramanzia tipica del popolo napoletano, assorbita come per osmosi, ha fatto il resto. Non l’ha più abbandonata, anche se di tanto in tanto adesso non la indossa più. Al Bernabeu non vi ha rinunciato, probabilmente non se ne priverà nemmeno domani.
Grandi numeri. Non è certo il primo pensiero, ma il confronto a distanza con Lautaro Martinez lo stuzzica. Agonista com’è, riceve il miglior marcatore della Serie A da capocannoniere in carica, così come il Napoli che sfoggia con orgoglio il tricolore sul petto accoglierà l’attuale capolista. Sono i due calciatori ad aver segnato di più in campionato nell’anno solare in corso, 27 reti l’argentino e 23 per Osimhen. I problemi fisici restano un argine all’espressione libera e continua del suo talento, e inevitabilmente finiscono per rallentare anche la squadra.
Se gli azzurri possono contare sul proprio realizzatore principale, viaggiano ad una media di poco superiore ai 2 centri a partita (25 in 12 incontri); senza invece il rapporto cala a 1,5 (9 in 6 gare). Inoltre, la suggestione di non aver mai segnato all’Inter, giunto alla quarta stagione in Italia, si è comprensibilmente addensata nella sua mente. Il rodaggio conservativo delle ultime uscite, in cui è stato impiegato soltanto dalla panchina, fa sì che arrivi in condizioni ottimali ad un appuntamento tanto delicato.
È parso sul pezzo, concentrato, con quella foga che ne sorregge l’impeto. Il guizzo con cui ha servito ad Elmas l’assist decisivo contro al Gewiss Stadium è da leader: ha silenziato l’istinto da animale d’area di rigore in una frazione di secondo e ha premia il compagno meglio piazzato. Tutt’altro che scontato, a pochi metri dalla porta.
Prospettive Mazzarri, oltre al calore di quello che fu il San Paolo, ritrova un passato poco glorioso, Osimhen invece è pronto a battersi per riprendersi il presente. In un periodo di transizione, deve tornare ad essere una certezza. Il futuro, a breve e a lungo termine, è un’incognita. Il percorso della Nigeria in Coppa d’Africa scandirà il periodo d’assenza forzata tra gennaio e febbraio, nei prossimi mesi d’altro canto dovrà fare chiarezza sulle intenzioni.
Poche le opzioni, in sostanza sono sempre le stesse: resta, rinnova raddoppiando l’ingaggio e accetta una clausola rescissoria da 120 milioni di euro a salire; oppure lascia Napoli, portando a De Laurentiis un’offerta congrua al valore del suo cartellino, in linea con le dinamiche del mercato. Di certo il presidente non permetterà che si liberi a parametro zero alla naturale scadenza del suo contratto, prevista a giugno 2025, quindi non concederà un’altra annata di proroghe e riflessioni. Non potrebbe esserci, dunque, occasione più propizia per rispolverare calzamaglia, mantello e soprattutto la maschera, alla ricerca del gol perduto. Per sé, per il Napoli e per la gente.
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