Un’onda azzurra al nuovo Bernabeu pronta a fare sentire il nostro “THE CHAMPIONS”
Basta immergersi per un attimo, o anche no, a Valdebebas per scoprire le differenze tra il Real Madrid e il calcio: e passeggiarci dentro, avvertendo la Storia, dà poi un senso di stordimento. Si può stare a girellare intorno al nuovo Santiago Bernabeu, lasciarsi rapire dall’architettura: ma poi, calandosi nel futuro, si può avvertire l’inevitabile disorientamento. C’è un Mondo che va veloce, costruisce dentro di sé una vita nuova, assai simile alla vecchia: e prima che Real Madrid-Napoli cominci, le distanze si sono già ingigantite, non restano rinchiuse nel recinto d’una classifica, tratteggiano un dislivello mica tecnico, ma tecnologico. Però il calcio è scienza anche inesatta, sa persino sistemare le “diseguaglianze” con uno scatto, un tunnel, una diavoleria, e se quell’astronave conquista con il suo magnetismo, i tremilaottocento ufficiali che se ne stanno nel settore ospiti, sanno che sperare non costa niente.
IN GITA. Il miedo escenico l’avverti nella carne dal Paseo de la Habana, settecento metri di strada, assai meno in linea d’aria: è una passeggiata verso il tempio, un inno al calcio che diventa arte e però pure economia & finanza, è un’emozione che la prima flotta di sognatori non può negarsi. Verrà quell’ora e mezza, porterà le sue variabili, si impregnerà di schemi, moduli e talenti, che rappresentano l’illuminazione della Napoli che sta già sulla Gran Via, se ne va tra la Puerta del Sol e Plaza Mayor e ci crede. Ma una partita non può vivere esclusivamente delle sensazioni di pancia, anzi le ignora e questa due giorni d’evasione ha mille ragioni, sono fondamentalmente quelle di sempre, che inducono a crederci ancor prima di ritrovarsi in Avenida de Brasil e di avviarsi poi verso quel teatro che aprirà i propri cancelli alle 19.
NIENTE BANDIERE. E poi, prevedere perché? Nel chiacchiericcio tra la gente, quei 3.800 tifosi che sono dotati di biglietto sarebbero già cresciuti, in maniera palpabile, e c’è chi sospetta che si possa persino abbattere – senza avere la possibilità di conteggiare, però – il muro dei cinquemila: sarà per questo, o semplice per cautela, che il Napoli s’è speso ed ha suggerito di «non indossare sciarpe o maglie, né di utilizzare bandiere, per chi avrà trovato posto in un settore del Bernabeu che non sia quello ospite».
Fonte: CdS