Gazzetta – Sono tre i segnali incoraggianti che hanno colpito nella gestione di Walter Mazzarri

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Maurizio Nicita sulla Gazzetta dello Sport

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Autostima Fra la prestazione vista con l’Empoli e quella di Bergamo c’è un abisso di differenza nell’atteggiamento di squadra, nella voglia di accorciare le distanze in campo e di aiutarsi. È tornata la fiducia e la convinzione nei propri mezzi. Mazzarri appena arrivato ha subito detto: «Questa è la squadra più forte che ho allenato, li ammiravo in tv», insomma ha esaltato quanto fatto da questo gruppo, non mortificandolo. Rudi Garcia ha tentato un’altra strada, quella di voltare pagina ed evitare di nominare Spalletti. Al di là delle critiche esterne, il metodo non ha convinto gli azzurri. E le differenze sono state palesi nel post partita con l’Atalanta. Con tutti i giocatori subito a sottolineare l’approccio positivo del nuovo allenatore. Sia chiaro: nessuno ha mai giocato “contro” Garcia, ma le motivazioni nello sport sono il motore.

 

Mentalità Con i pochi giorni a disposizione e la maggior parte dei giocatori in nazionale, Mazzarri ha deciso di puntare sul lavoro alla testa dei suoi giocatori e lo ha realizzato con efficacia. Il bacio di Kvara a fine gara è un qualcosa che non può passare inosservato. Khvicha e Walter si conoscono da meno di una settimana e in quel gesto particolarmente affettuoso c’è stima, riconoscimento di leadership. E poi “le petit” Anguissa. Garcia ci tenne subito a sottolineare che il camerunese era stato una sua creatura a Marsiglia. Mazzarri non ha avuto tempo per allenarlo, solo per parlarci e Zambo ha risposto con una prestazione di sostanza, mostrando grande attenzione per la nuova guida. Segnali subito chiari: quelli che un allenatore sogna.

 

Semplificazione Mazzarri ha pensato soprattutto a semplificare il compito dei suoi giocatori, cercando di sgombrare la mente da complicazioni. Ha rimesso il gruppo sul binario di gioco e movimenti che ben conosceva e che dunque riesce a realizzare quasi con naturalezza. Ruoli e modulo rispettati e cambi tempestivi. Già perché anche dalla panchina sono arrivati segnali chiari e precisi. Indicativa la scelta precisa di togliere Natan, nonostante stesse giocando bene, perché già ammonito e non rischiare l’inferiorità numerica. Nel finale contro il Milan Garcia aveva sorpreso tutti inserendo un terzino, Zanoli per un esterno offensivo, Politano. E quando nel post partita gli venne chiesto il perché, rispose ironizzando: «Sapevo che Natan sarebbe stato espulso…». Ora è chiaro che si tratta di una sola partita, e serviranno conferme sul miglioramento del gruppo. Ma cominciare bene era la cosa più importante. Tra l’altro Mazzarri ha già fatto capire di avere in mente alcuni accorgimenti tattici per mettere le proprie stelle nella maniera più comoda di colpire. Un esempio: Kvara e Politano che cominciano ad accentrarsi e incrociarsi per non rischiare di essere sempre raddoppiati sulle fasce. Per rendere il Napoli sempre più imprevedibile.

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