Il terzo anniversario della scomparsa di Diego Armando Maradona coincide con la trasferta della squadra a Bergamo, dove il suo Napoli visse due importanti momenti: il primo nell’87 con la conquista della Coppa Italia a pochi giorni dopo il primo scudetto; l’altro, tre anni dopo, con la partita in cui Alemao venne colpito alla testa da una moneta da 100 lire e quell’episodio consentì agli azzurri di chiudere la sfida col Milan. Quello dell’Atalanta è uno degli stadi in cui più pesantemente sono stati offesi i giocatori del Napoli e i napoletani e anche contro questo Diego si ribellò quando arrivò qui nell’84. L’uomo del Sud che chiedeva rispetto per il Sud, per la sua nuova terra e la sua nuova gente.
Anche per questo, non soltanto per le vittorie e per le magie, Maradona è nel cuore di Napoli. Non è un caso che sugli striscioni esposti e sulle bandiere sventolate nella scorsa primavera per celebrare il terzo scudetto vi fosse il suo volto, accanto a quelli di Kim, Kvara, Osimhen e ovviamente di Spalletti, che era così “devoto” da Diego da aver affisso tante maglie numero 10 sul lettino della sua stanza a Castel Volturno, quasi come se volesse entrare in contatto con la “divinità” nella stagione del trionfo.