«Non abbiamo rubato niente. Abbiamo non meritato, ma strameritato di qualificarci all’Europeo». Così Luciano Spalletti, a margine dell’evento «L’Europa di Domani», a Roma. Il riferimento è chiarissimo: si parla (ancora) dello 0-0 di Leverkusen con l’Ucraina che all’Italia è bastato per staccare il pass per Euro 2024 e al rigore non concesso dall’arbitro spagnolo Gil Manzano nel recupero per l’intervento di Cristante su Mudryk. «Se uno va a estrapolare quell’episodio per venirci contro non è giusto, senza guardare al resto della prestazione della squadra – ha aggiunto il ct – La partita era difficile per la pressione che aveva e quell’episodio può essere dubbio, non certo chiaro come lo vogliono mettere tanti. Dispiace». Spalletti non si è nascosto ed è tornato sull’episodio che ha provocato nei giorni scorsi non soltanto la dura reazione dei media ucraini.
Le parole di Spalletti, infatti, sono arrivate a distanza di due giorni da quelle del suo ex presidente Aurelio De Laurentiis, che martedì sera durante la presentazione del libro «La strada del sogno» dell’agente Mario Giuffredi si era fatto scappare una battuta sul passaggio del turno dell’Italia alla presenza di suoi giocatori nazionali, Di Lorenzo e Politano. «Una partita rubata, manca un rigore», aveva detto il patron del Napoli, facendo poi i complimenti al gioco della Nazionale e a quell’identità che Spalletti, dopo aver vinto lo scudetto, è stato in grado di dare all’Italia in questi pochi mesi dall’inizio della sua gestione da ct al posto di Mancini.
Non è stato un vero e proprio botta e risposta, ma sicuramente Luciano ha voluto difendere il traguardo tagliato dalla sua Nazionale. La separazione tra De Laurentiis e Spalletti non era stata indolore e, anzi, quando Gravina decise di assumere Luciano come ct, i legali del presidente del Napoli fecero presente che avrebbe dovuto pagare una penale, stabilita al momento della mancata prosecuzione del rapporto.
Il ct ha avuto modo anche di parlare del futuro dell’Italia soffermandosi soprattutto sul ruolo dell’attaccante. Perché il numero nove sembra essere davvero il maggiore problema dell’Italia che verrà in vista degli Europei di giugno quando ci presenteremo da campioni in carica con la ferma convinzione di difendere il titolo conquistato a Wembley nel 2021. «Per me Zaniolo può fare il centravanti, potrebbe avere un futuro importante», chiarissimo il ct. «È chiaro che senza gol facciamo poca strada nel calcio – ha aggiunto – Ma noi li abbiamo chi li fa, qualcuno lo abbiamo anche lasciato a casa come Immobile e Retegui, ma sono calciatori che apprezziamo e conosciamo molto bene.
I tre che c’erano – Scamacca, Raspadori e Kean – ho imparato ad apprezzarli in una conoscenza approfondita. Hanno potenzialità diverse e importanti». Nella testa di Spalletti sono ancora forti le emozioni provate a Leverkusen. «Le sensazioni sono ancora molto belle, ho ancora il calore della felicità degli italiani addosso. Abbiamo svolto il nostro compito in modo professionale e corretto: aver raggiunto una qualificazione meritata e di avere prospettive di crescita importanti», ha concluso il ct che ora avrà tempo fino a marzo – quando ci saranno le prossime gare amichevoli – per lavorare sul gruppo e studiare tutte le soluzioni migliori da utilizzare in vista dell’impegno europeo dell’estate 2024.