CdS Campania – “MAZZARRI TUTTO NUOVO” a cominciare dal 4-3-3
Com’era, com’è cambiato? 3846 giorni non li attraversi in un nano-secondo, né adagiandoti comodamente in poltrona a riveder te stesso: ma la sera in cui Walter Mazzarri uscì dal San Paolo – il San Paolo – lo stadio di quei sogni da afferrare pure per l’ultimo ciuffo dei capelli, nel suo orizzonte di cinquantatreenne in carriera mancava la prospettiva di infilarsi, come un gatto in Tangenziale, in quell’inversione a U per imboccare ancora e di nuovo l’uscita di Fuorigrotta e quella di Castel Volturno, per ritrovarsi eguale a se stesso ma sostanzialmente rifatto. Il 12 maggio del 2013, in un Napoli-Siena penultima partita del suo quadriennio partenopeo (un pieno d’adrenalina a cielo aperto inseguendo qualcosa, fosse pure l’utopia) chiuso nelle favole che contengono il lieto fine d’una Champions da lasciare sul comodino degli eredi, restava la consapevolezza d’un addio, la certezza (quasi) irreversibile d’uno strappo definitivo e la tenera sicurezza ch’era stato tutto bello, a tratti persino bellissimo, ma che ormai era tutto irrimediabilmente finito. Nulla è per sempre, almeno fino a prova contraria, e tra le pieghe di quella stretta di mano, c’era (almeno pareva) la separazione dal vissuto. Succede!
Fonte: CdS