Due anni vissuti intensamente a Napoli fra il 2008 e il 2010, 72 partite e 15 gol: German Denis che ricordi ha? «Meravigliosi, perché è stato l’inizio di un’era vincente, coronata dal trionfo in Coppa Italia. In generale da lì credo che sia cambiata la concezione di una squadra che ha cominciato a fare cose molto importanti in Italia e anche in Europa».
Il rapporto con Mazzarri?
«Ottimo. Non è stato soltanto l’amministratore di un gruppo nelle dinamiche tipicamente calcistiche, ma è una persona molto disponibile con cui parlare serenamente di questioni personali. Io stesso ho ricevuto diversi consigli da lui».
La scelta giusta per il Napoli?
«Sì, per l’ambiente. I tifosi napoletani hanno uno splendido ricordo della sua prima gestione e li avrà sicuramente dalla sua parte, questo conta. Poi è un allenatore competente e capace».
Nel 2009 partì benissimo: si ripeterà partendo dalla “sua” Bergamo?
«Già, e avrò il cuore un po’ diviso, non lo nascondo. Atalanta, Real, Juve e Inter sono formazioni in salute. Un esame per capire le ambizioni degli azzurri».
Scudetto ancora possibile?
«Con lui una risalita è ben più di una possibilità. Però l’Inter è molto forte, la Juve vince pure quando non gioca al meglio».
Il ritorno di Osimhen quanto aumenta la qualità del Napoli?
«Tantissimo, l’anno scorso si è visto quanto è importante per gli equilibri. Mi auguro che sia fisicamente in condizioni ottimali per aiutare in campo l’allenatore. Se Victor e Kvara sono in forma, la squadra non deve far altro che accompagnarli, per fare la differenza».
Senza il nigeriano, è meglio Simeone o Raspadori?
«Sono molto diversi, il Cholito ha le caratteristiche tipiche del centravanti puro. Se invece c’è la necessità di un ruolo più coinvolto in fase di manovra e di non possesso, Raspadori è l’alternativa migliore».
Fonte: Gazzetta dello Sport