Il ritorno di Walter Mazzarri sulla panchina del Napoli ha diviso i tifosi: una parte dei sostenitori azzurri considera la scelta di richiamarlo un errore, una parte ha invece riabbracciato con entusiasmo il condottiero di storiche battaglie del recente passato azzurro.
Mazzarri, non chiamatelo minestra riscaldata
La frase simbolo della parte di tifoseria invisa al ritorno di Mazzarri è un classico: “No alle minestre riscaldate“. A bollare in questo modo l’eventuale ricomparsa, nel futuro azzurro, dei protagonisti del passato è stato a più riprese lo stesso Aurelio De Laurentiis. Nel 2014 il presidente usò questi termini in riferimento a Lavezzi, poi nel 2016 discutendo di un possibile rientro di Cavani e poi tante volte ancora.
La frase, ripetuta a più riprese, ha convinto una vasta parte della platea di sostenitori e addetti ai lavori che al Patron proprio non piacessero i ritorni in maglia azzurra.
De Laurentiis tuttavia ha ancora una volta smentito tutti, smentendo prima di tutto se stesso, ingaggiando Mazzarri come traghettatore fino al termine della stagione, al posto del disastroso Rudi Garcia. Sembra scontato quindi che il rientro del tecnico toscano in casa azzurra non possa essere bollato come “Minestra riscaldata” ma piuttosto come un ponderato ricorso ad una ricetta collaudata.
Ingredienti migliori significa miglior risultato?
Il ricorso alla collaudata ricetta Walter Mazzarri deve essere sembrato a De Laurentiis la soluzione da attuare per terminare la stagione al meglio, magari con una qualificazione in Champions League.
Resta vero che Mazzarri, proprio come Garcia, sia rimasto senza squadra prima di tornare a Napoli. Altrettanto vero è che le ultime esperienze in panchina del tecnico toscano non siano state propriamente esaltanti (Inter, Watford, Torino e Cagliari).
Negli occhi di ogni tifoso azzurro però è possibile trovare ancora oggi il riflesso delle immagini delle fantastiche prestazioni del Napoli 2012-2013 guidato da Mazzarri. Quel Napoli, certamente forte, era tuttavia ben lontano dalla squadra completa e competitiva di oggi, capace di dominare in lungo e largo la passata stagione.
Escludendo i “tre tenori” (Lavezzi, Cavani, Hamsik) il Napoli del 2012/2013 non poteva fare affidamento su grandi campioni. Oggi invece la squadra azzurra appare decisamente superiore, praticamente in ogni reparto. Gli ingredienti a disposizione di Mazzarri sono dunque migliori oggi rispetto al passato, particolare che non esclude la possibilità di raggiungere risultati anche migliori di quelli raggiunti nel 2013.
Walter, il futuro è tutto da scrivere
La cosa più importante è certamente che Walter Mazzarri metta in campo il giusto entusiasmo per guidare la squadra e ricucire le ferite di un organico ormai in preda alla malinconia. Certamente sarà di estrema importanza anche la reazione dello spogliatoio all’ingaggio del tecnico toscano. Sicuramente i calciatori azzurri non sono disposti a dare credito ad un tecnico che non si dimostri in grado di convincerli, come aveva fatto Spalletti, come non è riuscito a fare Garcia. Il futuro è dunque tutto da scrivere, c’è più di mezza stagione per capire se il ritorno di Mazzarri sarà ricordato come una “minestra scaldata” o come l’ingrediente segreto di eventuali successi che i tifosi del Napoli auspicano.