D i Lorenzo è a Coverciano e Kvara è in Georgia, certo, ma tutto sommato il comitato d’accoglienza che Igor Tudor potrebbe trovare domani al centro sportivo di Castel Volturno non sarebbe per niente male: Osimhen, Rrahmani, Meret, Natan, Mario Rui, Juan Jesus e Simeone, una vecchia conoscenza.
Un centravanti con valore simbolico: il Cholito è stato uno dei giocatori maggiormente penalizzati per minuti e presenze nella parentesi di Garcia, mentre con Tudor a Verona nel 2021-22 ha vissuto la migliore stagione in Serie A: 17 gol, 6 assist e le lusinghe del Napoli. Il cerchio del destino. Fatto sta che la squadra ha salutato domenica pomeriggio Rudi al Maradona, e domani in campo potrebbe incontrare Igor alla ripresa. Un nuovo allenatore, una nuova filosofia di gioco, l’idea di sdoganare la difesa a tre e la missione di rianimare i campioni d’Italia nell’anima e nel corpo. Di talento, del resto, ce n’è in quantità industriali: il gruppo, in questo momento, è dimezzato dall’assenza di dodici nazionali, ma la prossima settimana saranno tutti in fila.
Pronti per un periodo tremendo. Decisivo sia per la qualificazione agli ottavi di Champions sia per capire se esistono i margini per rientrare nella corsa-scudetto: dopo la sosta, il 25 novembre, si comincia a Bergamo con l’Atalanta, e a seguire il Napoli si esibirà a Madrid in Champions con il Real (29 novembre), al Maradona con l’Inter (3 dicembre), a Torino con la Juventus (8 dicembre) e di nuovo in casa con lo Sporting Braga (12 dicembre). Tutto chiaro? Fonte: CdS