Il derby di Montervino a Il Mattino: «Garcia rischia, Inzaghi è appena arrivato…»

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Un derby a metà. In tutti i sensi. Francesco Montervino è stato capitano del Napoli e della Salernitana, non ha mai fatto mistero di essere tifoso azzurro, a Salerno ha messo radici dove oggi vivono le sue due figlie che, ironia della sorte, tifano una Napoli, l’altra Salernitana. L’ex centrocampista, diesse del Casarano, segue con attenzione le vicende di casa Napoli e dell’Ippocampo.

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All’Arechi un derby nel segno dell’equilibrio: 3 vittorie a testa e 7 pari tra Salernitana e Napoli. Chi la spunta sabato?
«Parliamo di due squadre che non stanno attraversando un bel momento. Il Napoli è chiamato a dare una risposta immediata dopo il pari rocambolesco, ma bello, con il Milan. Gli azzurri faranno la partita. Ma occhio alla Salernitana che vedo in grandissima ripresa e che ha messo in mostra anche individualità interessanti. Sarà un bel derby».

Si, ma chi lo vince?
«Solitamente queste sfide sono decise dai singoli. Da chi la risolve con una giocata, un intervento o su un calcio piazzato. Ovviamente da questo punto di vista il Napoli è avvantaggiato. Con Inzaghi, però, i granata mi sembrano più vivi. Insomma, il risultato non sarà scontato».

Sarà anche un derby di famiglia. La primogenita Ginevra, tifosa del Napoli; la seconda, Greta, tifosa granata.
«Una partita sentitissima (sorride ndR) a casa: un derby molto simpatico e pieno di sfottò tra le ragazze. Greta è la più sfegatata e mi ha costretto a comprarle l’abbonamento in curva sud Siberiano. Ginevra è tifosa del Napoli e sta vivendo queste sfide con grande partecipazione. È una bella lotta: entrambe mi hanno visto protagonista per 13 anni della mia carriera sui due golfi. Si incontrano due parti della mia vita. Ginevra sa che tifo Napoli e spesso prendiamo in giro Greta che rosica, ma alla fine le passa perché sa che sono simpatizzante granata. Insomma, finisce tutto in una risata».

Qual è e qual è stato il suo rapporto con entrambe tifoserie?
«Con la tifoseria del Napoli un amore unico. Mi hanno sempre riconosciuto come un gladiatore, capitano e protagonista della rinascita del Napoli: lo striscione a Castel Volturno con Maradona, Di Lorenzo ed in mezzo Montervino rappresenta le tre ere azzurre e per me è motivo di grandissimo orgoglio».

E a Salerno?
«Amore e odio. Più odio all’inizio e poi tanto amore. Oggi vivo a Salerno ed ho tanti amici in città. Dopo il Napoli, il secondo risultato che vedo è quello della Salernitana».

Ha vissuto la rinascita del calcio prima a Napoli e poi a Salerno. Il ricordo più bello in azzurro e quello più emozionante in granata?
«Con il Napoli il ritorno in A del 10 giugno 2007. Con la Salernitana i due campionati vinti, ma anche la coppa Italia di C con le maglie celebrative di Agostino Di Bartolomei e la supercoppa di Lega».

Chi può essere decisivo nel derby?
«Credo possa essere la partita di Raspadori: Jack sta attraversando un gran bel momento, lo vedo protagonista. Sponda granata, dico Dia».

Inzaghi contro Garcia. A chi pesa di più questo match?
«A Garcia. L’allenatore del Napoli si gioca tanto. Inzaghi invece è appena arrivato, gioca contro i campioni d’Italia e non è che si può pretendere che faccia di un sol boccone dell’avversario. La Salernitana non ha nulla da perdere a dispetto del Napoli e questo è un vantaggio per i granata».

Quando si dice derby si fanno sempre appelli al buon senso e alla civiltà. Poi, però, troppo spesso si è costretti a parlare di altro…
«Questa rivalità è ridicola. Non esiste, non ha senso. Invece di restrizioni e divieti il derby dovrebbe unire le città per fare della Campania una regione di calcio ancora più importante. Il fatto che non ci sia possibilità di far venire i tifosi del Napoli a Salerno è una sconfitta per tutto il movimento. Vietare una partita tra due città distanti appena 50 km è un fallimento per tutti».

 

Fonte: Il Mattino

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