IN TANDEM. Kvaratskhelia s’è tolto la polvere dalle spalle, ha dimenticato il periodo più tormentato della sua «napoletanità», ha superato le sette partite «normali» scuotendosi con l’Udinese poi scatenandosi a Verona, lo stadio della sua esplosione, con una doppietta modello KK (dribbling secco; poi contropiede di sessanta metri); a Berlino, nella noia, ha infilato il suo estro e quel talento sgargiante che ha ipnotizzato la difesa dell’Union e scatenato il sinistro di Raspadori; e con il Milan, novanta minuti appassionanti. Con Osimhen, sul tandem, viene più facile.
CHE COPPIA. Il Napoli del trionfo, quello che ha riscritto una Storia che non può essere ignorata, dipendeva soprattutto dal gioco di Spalletti ma non ha mai nascosto – né dialetticamente e né statisticamente – d’essere legato, ovviamente a filo doppio, ad Osimhen ed a Kvaratskhelia, ai trentuno gol del nigeriano (con cinque assist per gradire) ed alla quattordici reti con diciassette assist del georgiano. I numeri non mentono e Osi più Kvara (o viceversa) hanno provveduto ad anticipare la festa, a mettere lo scudetto in ghiacciaia con cinque giornate di anticipo e con un’opzione presumibilmente scattata già a febbraio, da imprimere accelerazioni che a Garcia possono servire per riavvicinarsi alla Champions League (distante il punto che separa dall’Atalanta) e semmai anche alle altre, al Milan e alla Juventus, magari anche all’Inter che sta lontana ma ancora s’intravede, è lanciatissima ma non irraggiungibile. Per i sogni, ci sono Kvara e Osi.
Fonte: CdS