Domenica sera il presidente ha commissariato Garcia durante la partita: al 45’ è piombato nello spogliatoio sullo 0-2

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Domenica al Maradona, con il Milan in vantaggio per 2-0 e con il mondo che crollava sulle spalle di Rudi Garcia, nello spogliatoio del Napoli è arrivato (o piombato) Aurelio De Laurentiis. Il presidente. L’uomo della svolta di un ambiente sull’orlo di una crisi di nervi dopo la tremenda sconfitta con la Fiorentina prima della sosta, e anche l’uomo che in un esercizio di trasformismo continuo, obbligato da una situazione ancora liquida e traballante, continua a vestire la t-shirt del personal trainer, il camice del dottore e la tuta dell’uomo di campo da ormai tre settimane. E anche l’abito del motivatore a ogni costo: pare che avesse promesso un premio alla squadra in caso di vittoria con i rossoneri; pare che fosse anche disposto a spingersi oltre le parole. Già, sembra proprio sia così: ma non è andata. Ebbene: al 45’ – più recupero – della prima parte della partita, con la squadra depressa e in balia dell’avversario, Adl s’è presentato ai suoi per dare la scossa, un’altra.

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Per scuotere il gruppo; per allontanare i torpori; per ricordare a chiunque lo avesse eventualmente dimenticato che la professionalità resta un dovere sacro e inviolabile anche lontano dal campo. Per stimolare il cambio di una rotta che Garcia – saltando da Natan a Rrahmani, Ostigard e Simeone, Mario Rui e Olivera -, ha poi invertito verso un pareggio per 2-2 che ha salvato una notte cominciata malissimo, con il frastuono di cinquantamila dosi di fischi piovute sulla sua testa al 45’ più recupero, santificando il compleanno di Maradona (63 anni eterni ieri). Ma sì, magari è stata anche la Mano de Dios.

Fonte: CdS

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