(Grafico) Napoli e Milan come le vede in campo il Corriere dello Sport

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PROVA PER IL 9. Napoli-Milan ricomincia con Raspadori che fa il 9 con il suo 81, con Simeone che se ne sta in panchina, con gerarchie che in assenza di Osimhen sembrano riscritte dalla natura svolazzante di quest’attaccante che ondeggia tra i centrali, li tira fuori scalando, consente ai centrocampisti di provare irruzioni e semmai fa da sé, con quella intelligenza viva che gli appartiene da sempre, era un fanciullo quando se ne accorsero e stava diventando grande – estate 2022 – quando De Laurentiis ha investito 35 milioni di euro per convincere il Sassuolo a cederlo.

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E POI. C’è una squadra fatta e finita, almeno così pare, per i dieci-undicesimi dovrebbe essere quella reduce dalla doppietta tra il Bentegodi e l’Olympiastadion. E il dubbio, almeno là davanti, pare risolto, e altri due ne resteranno, almeno sino all’ora del tè, che il Napoli vivrà nella riunione tecnica, utile per svelarsi: a sinistra, in difesa, Olivera sembra lievemente in vantaggio rispetto a Mario Rui, perché sulle punizioni laterali, sugli angoli, nelle mischie, sui palloni alti, il Milan attacca con sei uomini e Meret, senza Osimhen, ne perde già uno, non può offrirne un altro e sentirsi un pochino più solo. E poi, in mezzo al campo – con Anguissa che rientra ma ha minutaggio basso nelle gambe e dunque va in panchina – c’è una maglia appesa, se la contendono Cajuste ed Elmas, hanno caratteristiche (ovviamente) differenti: lo svedese di Verona s’è imposto per autorevolezza, quello di Berlino pareva la sua controfigura, al 45′ è rimasto sotto la doccia ed il macedone ne ha approfittato per lanciare la propria candidatura in questa specie di gioco del rubabandiera: 24 o 7, chi può dirlo se non Garcia!   Fonte: CdS

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