TV-Play: parla Osimhen: «Kvara È un mago io lo amo. Il Pallone d’Oro? Esserci è fantastico però lo meritano altri»
Victor Osimhen, che martedì è volato a Francoforte per raggiungere la Nigeria per motivi personali dopo averne parlato con Adl, ha raccontato se stesso quasi come in una biografia: seduto comodamente in un angolo del Mondo, con uno di quei sorrisi che lo fanno amare, ospite di Mario Balotelli («tu sei migliore di me») e di TvPlay su Twitch, quel centravanti un po’ girovago – un giorno a Napoli, uno a Francoforte, poi l’Africa – e un po’ naif, s’è confessato teneramente, liberamente. L’ha fatto partendo dalle origini (dolorose) e atterrando ai giorni suoi (gioiosi). Perché vivere da Osimhen è sempre un po’ una scelta spericolata.
LUI, MESSI E CR7. Se hai 24 anni e sei Victor Osimhen, puoi specchiarti nei tuoi sogni e decidere di disegnarteli: «Ma il Pallone d’Oro non sarà mai un’ossessione, solo una aspirazione, un obiettivo. Già giocare a questi livelli mi sembra meraviglioso. Oggi, meritano di vincerlo Messi e Haaland ma non mi esprimo. Tra Messi e CR7, poi, non ho preferenze: ho fatto una foto con Lionel e una con Cristiano. Entrambi sono stati capaci di realizzare imprese clamorose».
LUI E MARADONA. Quattro anni di Napoli, dentro un’emozione che si chiama il Maradona: «Quando segno lì è qualcosa di speciale, sia quando gioco con grandi squadre che con quelle minori».
LUI E L’INFANZIA. Non si nasce Victor Osimhen ma si diventa VO9 nella sofferenza: «Da piccolo mi ruppi una spalla facendo una rovesciata e smisi di giocare per guadagnare soldi e aiutare papà, la famiglia. Ho perso mia madre presto ma un giorno una persona mi chiese perché non avessi continuato. Gli spiegai: non avevo le scarpe per allenarmi e me le comprò; mi diede da mangiare perché io lavoravo per una chiesa e dormivo anche lì dentro».
LUI E IL GOL PIU’ BELLO. Nessun dubbio, e come averne?, sul proprio capolavoro: «Contro la Roma all’Olimpico. Ma mi è piaciuto anche l’altro alla Roma al Maradona».
LUI E L’AMERICA. Contatto in scadenza nel 2025 e dunque… Arabia, America (lasciando perdere l’Europa, per ora)? «Il livello del campionato arabo ma alle stesse condizioni andrei in America».
LUI E LA MASCHERA. Tutto iniziò con un intervento chirurgico, uno zigomo, anzi una faccia ricostruita: l’uomo mascherato, da quel giorno, si è piaciuto e ora «porterò la maschera per molto, ormai fa parte di me, sono riconosciuto perché la indosso».
LUI E LUCIO. Due anni assieme, uno scudetto e 31 gol: quanto basta per perdersi. «Spalletti è un genio e può vincere con la Nazionale. Allenatore che chiede tantissimo e che metterà l’Italia sulla strada giusta».
LUI E KVARA. Si guardano, si sentono, si divertono: Osi più Kvara, che coppia. «Io amo molto Kvara. E con lui l’affiatamento è straordinario. È un grande talento, noi lo chiamiamo mago».
LUI, IMMOBILE, DROGBA. Di centravanti, ovvio, Osimhen se ne intende: «Immobile merita rispetto, gliel’ho detto: lui è leggenda. Come Drogba, che è stata la mia fonte di ispirazione. Come Okocha, Diouf, Kanu, Eto’o…. Non so qual è il migliore. E non si può scegliere tra Drogba e Eto’o».
LUI, LEAO E MAIGNAN. C’è Napoli-Milan e pure quest’anno non ci sarà Osimhen, ma ci saranno loro: «Leao è un grande talento. Pochi sono come lui. Mi piace molto il suo stile. Lautaro è il leader dell’Inter. Ma Maignan è pazzesco, riflessi incredibili già quando eravamo insieme al Lilla. Tra i difensori, apprezzo Romero e Smalling».
Fonte: CdS