Il Corriere della Sera commenta così la gara del Napoli a Verona:
“Dopo, molto meno. Il Napoli inconsciamente si siede, si rimira, pensa che la pratica sia chiusa e lo stesso Rudi, affrettando qualche cambio, glielo fa pensare. Il Verona, spaesato sino all’intervallo, lascia il posto a una squadra più equilibrata e combattiva, che nella ripresa mostra l’ardore che gli servirà per salvarsi e lo fa grazie all’ingresso delle forze nuove: Terracciano, Bonazzoli e Lazovic.
Quest’ultimo, approfittando dell’indecisione tra Rrahmani e Di Lorenzo, accende la speranza dei veronesi e solo il gran balzo di Meret su Bonazzoli, al 28’ della ripresa, evita che la partita si riapra. Il Napoli non c’è più, se nella prima ora assomiglia a quello scintillante di Spalletti, nell’ultima parte sembra quello titubante visto contro la Fiorentina: lento, lungo, fragile in difesa.
Una squadra che concede tanto, troppo, nove tiri in porta. Lo stesso Garcia ammette: «Sino al 3-1 abbiamo fatto la partita che volevamo, però dovevamo segnare di più. Alla fine, invece, potevamo anche subire un altro gol e dobbiamo ringraziare Meret». Un sintomo di debolezza e di superficialità, il segno che la crisi non è alle spalle”.