Iezzo: “Verona-Napoli? Mi aspetto una risposta importante da parte degli azzurri”

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A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gennaro Iezzo, allenatore ed ex portiere del Napoli. Di seguito, un estratto dell’intervista:

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Che partita si aspetta a Verona?
“Mi aspetto una risposta importante, anche per cercare di mettere a tacere le polemiche di questi ultimi giorni. Credo che, oggi, tocchi ai calciatori dare una risposta. Al di là di quelle che sono le colpe che potremmo dare a Garcia, sono convinto che è chi scende in campo a fare la differenza. La voglia di sacrificarsi per il compagno, di essere ambiziosi sono fondamentali. Onorare quel che è stato il successo dello scorso anno impone delle risposte”. 
Quanto può incidere, a livello psicologico, la scarsa sintonia con l’allenatore?
“Sicuramente incide. Quando si arriva a risultati importanti è sempre perché c’è unione tra spogliatoio, ambiente, staff tecnico e società. Tutti insieme si arriva a fare cose importanti come lo scorso anno. Al di là di quel che si racconta, però, noi non viviamo lo spogliatoio e non sappiamo quali dinamiche possono essersi concretamente create. Quel che è certo è che c’è tutto il tempo per poter vivere una svolta decisiva”. 
Lo scandalo scommesse rischia di impoverire ulteriormente la Nazionale dell’apporto dei suoi talenti?
“E’ una situazione che ha sorpreso un po’ tutti. Dopo la mancata qualificazione a due Mondiali, oggi rischiamo anche la qualificazione all’Europeo. Ad incidere, però, è anche una povertà qualitativa che da qualche anno pare affliggere la Nazionale. Non sarà un lavoro facile per Spalletti anche se il c.t. sta cercando di garantire una filosofia di gioco. Centrare la qualificazione sarebbe fondamentale per il movimento”. 
Che senso ha demonizzare dei ventenni, seppur colpevoli nella vicenda scommesse?
“Il calcio va avanti anche per queste situazioni. Nel mondo del calcio, e dello sport, esistono le scommesse, anche se sarebbe fondamentale restarne lontani. Altra cosa, inoltre, è la ludopatia, che è una piaga sociale di questo Apese. È brutto vedere calciatori convolti nelle scommesse. Parliamo di atleti che non hanno certo bisogno di racimolare qualcosa. Credo bisognerebbe trovare il modo giusto di parlare della questione. Si potrebbe pensare a degli incontri con i calciatori per consentire di affrontare la problematica”. 
La ludopatia è sempre stata sottovalutata?
“Fa specie sentir parlare di noia. C’è gente che si sveglia alle sei e torna la sera a casa soltanto per sostenere la propria famiglia. Rifugiarsi nelle scommesse per fuggire dalla noia è triste. Viviamo in un Paese bellissimo che non manca di offrire opportunità di svago. Un tempo, l’alternativa alla noia era la passeggiata con un amico. Al giorno d’oggi, però, la tecnologia ed i social rappresentano dei rischi concreti per i giocatori, esponendoli ai rischi che oggi ci ritroviamo a discutere.”
Il Napoli del passato può essere un monito per quello del futuro?
“Eravamo un Napoli umilissimo, fatto di giovani calciatori che si apprestavano al primo anno di calcio italiano come Hamsik e Lavezzi. C’era la voglia di arrivare. Quel che ti resta, però, è ciò che hai saputo regalare al pubblico. È questo quel che conta nella vita, e che ti lega, negli anni, alla piazza. Mi auguro, dunque, che il Napoli possa tornare ad essere lo stesso dello scorso anno. La squadra campione aveva la stessa voglia di regalare gioie al pubblico che vivevo quando vestivo la maglia azzurra”.
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