Per Garcia il pericolo si chiama Milan e sta ripercorrendo il match vinto a San Siro

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Il pericolo, infilando la testa nei precedenti, si chiama Milan – e lo sono anche il Verona, l’Union Berlino, quel macrocosmo che attende – però Garcia sente il venticello caldo della sfida di andata in campionato, a San Siro, ripercorre quel match, magari ritrova il traversone arcuato al millimetro di Mario Rui, la torsione in area di Giovannino Simeone e pure un pizzico di fiducia. Finì 2-1 per il Napoli, si era nel vivo dell’evoluzione d’una squadra che poi avrebbe conquistato il campionato a maggio (anzi no, ad aprile; forse no, a marzo; forse sì, quasi a fine febbraio…).

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La mattanza senza Osimhen. Perché poi con il Torino e a Cremona si ripeterono le scene e si dissolsero i dubbi: non è mai il caso di distrarsi, o di inviperirsi, se il destino scende in campo e ti gioca contro.

C’è una contromossa per addolcire i propri pomeriggi e le serate, per ricollocarsi al centro dell’area di rigore: con un 9 che sia un 81, modello Raspadori, che di falso non ha niente, tutto autentico, come i 35 milioni investititi per averlo; o come un 18, stile Simeone, figlio di tanto padre, uno con un carattere per demolire i luoghi comuni.

Fonte: CdS

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