Calcagno, AIC: “Giusto essere puniti, ma deve esserci un processo rieducativo”

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Intervistato da Radio Punto Nuovo, dalla redazione di Punto Nuovo Sport, queste le parole di Umberto Calcagno, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori e vicepresidente della FIGC.

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Dalla storia di Fagioli e di Tonali c’è un primo aspetto positivo: non vanno lasciati soli e vanno ad accompagnati. Fagioli può essere il buon esempio della funzione rieducativa delle istituzioni sportive. Poi credo che anche la pena deve avere la medesima funzione. Stiamo finalmente ragionando come sistema, dopo giorni dove si è puntato troppo il dito su questi ragazzi. Si è generalizzato tanto, quando si parla di calciatori e del nostro mondo si fa troppo presto a fare di tutta l’erba un fascio. Questo può essere ora un punto di partenza importante per fare qualcosa in più.

Nicolò (Fagioli, ndr) è stato il primo a riconoscere i propri errori. Dobbiamo interrogarci sulle responsabilità su questa generazione di ragazzi. La ludopatia è un problema ampio nei contesti giovanili. Bisogna ragionare di concerto dalle scuole e dalle famiglie, passando poi per lo sport. Non è un problema che riguarda solo chi ha disponibilità importanti. È un problema di tutta una generazione, che ha troppa facilità nell’accedere a certe strutture.

Se altri calciatori seguiranno gli esempi di Fagioli e Tonali con autodenunce? Mi aspetto e spero che la situazione non si allarghi, ma che resti piuttosto isolato a questi casi, per quanto molto importanti. La storia di Fagioli racconta che non ha alterato alcun risultato sportivo, non ha scommesso su quanto fatto dalla propria squadra. A maggior ragione va accompagnato in un processo rieducativo, per quanto è giusto che paghi e sconti la sua pena. Una pena comunque importante, visto che dovrà saltare tutta questa stagione. Da un lato è giusta una sanzione afflittiva, ma mi piace molto che ci sia un accompagnamento successivo. Fagioli potrà diventare utile per gli altri: dagli errori si può crescere e si può imparare per aiutare il prossimo. 

Se ci sia bisogno di un cambiamento nel mondo del calcio? Bisogna interrogarsi, senza dubbio. Come organizzazione abbiamo informato e aiutato nella crescita tanti calciatori, ma evidentemente non basta. Dobbiamo accompagnarli maggiormente nel loro percorso di sviluppo sportivo e umano. Se il calcio da solo, poi, possa svolgere questa funzione, questo non lo so. Si parla tanto di cultura sportiva, ma devono interrogarsi anche la nostra generazione di genitori. Persino a scuola si commettono degli errori che poi si traducono in casi simili. Il calcio da solo non può combattere un fenomeno così grande come la ludopatia.

Un commento sul caos Decreto Crescita? Sono molto deluso, c’è poca chiarezza. L’abolizione è solamente parziale e molti sgravi e vantaggi fiscali a favore degli stranieri resteranno. Sarebbe l’ennesima occasione persa dal Governo, dalla Politica e dalle istituzioni di interessarsi della nostra Nazionale. Tanti puntano il dito contro la Federazione, ma oggi è stata gettata una grande occasione”.

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