In prima pagina la notizia del Cds:
Com’è quella storia che al peggio non ci sarebbe mai fine…!? Però, basterebbe prendere un calendario (di calcio, ovviamente) e sfogliarlo con pazienza, per rendersi conto che il destino è perfido e conviene andarci cauti, soprattutto se c’è una sosta all’orizzonte nella quale Victor Osimhen può tuffarsi con tutta la propria esuberanza e quel carico di sfortuna che lo perseguita (da sempre): ora che il balletto delle risonanze è finita, che c’è la scienza a spiegare cosa sia realmente accaduto in Portogallo, durante l’amichevole Arabia Saudita-Nigeria, diagnosi, prognosi e statistiche si intrecciano e le maledizioni al vento pare di sentirle limpidamente: la «lesione di medio grado del bicipite femorale della coscia destra» è la secchiata d’acqua che gela quell’ottimismo di maniera del weekend; le sei settimane di recupero per riaverlo diventano la frustata nell’anima; e le sei partite che salterà, sommandole alle quarantuno a cui ha dovuto rinunciare nel triennio, ispirano le imprecazioni. Perché è vero che per il Napoli c’è già stata vita senza Osimhen, ma avercelo è ben altra cosa e invece adesso andrà cosi: contro Verona, Union Berlino in Germania, Milan, Salernitana, Union Berlino al Maradona ed Empoli, Sua Maestà il Re se ne starà tra la tribuna e l’infermeria e dovrà curarsi e basta, riempiendosi gli occhi di Raspadori e di Simeone, che sistemando la 81 e la 18 tenteranno di comporre quel 9 con i fiocchi che non ci sarà.
TRISTEZZA. Il fine settimana più lungo e tormentato degli ultimi tempi è finito dentro le cartelle cliniche di Victor Osimhen con l’espressione malinconica di un ragazzo di 24 anni travolto da una serie di accidenti che la metà basterebbe: e senza ricorrere agli “storici”, che ormai si mandano a memoria, da novembre del 2020 questa è la terza volta da quando sta a Napoli e va in Nazionale che al rientro porta con sé tracce d’un disagio che gli appartiene. Venerdì, quando si è fermato in Arabia Saudita-Nigeria, lasciandosi andare quasi con leggerezza, il linguaggio del corpo e pure quello del viso non tradivano preoccupazione, però i muscoli sì: ma a caldo, e con prudenza, Osimhen aveva provveduto a tranquillizzare il Napoli, proprio mentre il suo ct Peseiro – rigoroso – frenava: «Sicuramente non giocherà la prossima amichevole, perché bisogna aver rispetto dei club che pagano i calciatori».
ALMENO A DICEMBRE. Gli allenatori annusano l’aria o afferrano il pericolo e Osimhen finirà per trasformarsi in spettatore interessato (almeno) per altre sei partite, quelle di campionato e di Champions, e certo se non lo (ri)manderanno in Nazionale per la prossima sosta – quella nella quale la Nigeria dovrà giocare con Lesotho e Zimbabwe – ci sarà almeno per il Napoli la possibilità di goderselo nel periodo più rovente che si possa immaginare: Atalanta e Real Madrid a fine novembre; Inter, Juventus, Braga, Cagliari, Roma e Monza a dicembre. Poi si entrerà nel 2024 (e converrà sorvolare sulle questioni del rinnovo), poi ci sarà la Coppa d’Africa, poi bisognerà semplicemente aggiornare i numeri oppure provare ad ignorarli: altrimenti, dalla lesione ai flessori al mal di stomaco, ci vorrebbe veramente un attimo, soprattutto se qualcuno ripensasse a quel duecentino…
Fonte: CdS