In origine era un invito a uscire dal campo, poi si passò ai colori per rendere più immediato il messaggio dell’arbitro: la storia dei cartellini è iniziata nel torneo di calcio dei Giochi di Messico del 1968 con i primi cartellini gialli, un avvertimento a calmare il proprio temperamento in campo. Poi nel corso del Mondiale di Messico ’70 i cartellini entrano definitivamente in dotazione agli arbitri e 3 anni dopo fanno la loro prima apparizione in Serie A: i primi ammoniti furono Lodetti e Maraschi in un Sampdoria-Milan che finì con altri otto sanzionati, mentre il primato della prima espulsione di sempre nella massima serie italiana toccò a Franco Nanni, terzino del Verona che scagliò una pallonata contro la panchina del Cesena a pochi minuti dalla fine del match, irritato dalle continue perdite di tempo. Ma come si è arrivati a questa scelta cromatica? L’idea venne a Ken Aston, famoso arbitro inglese: fermo ai semafori associò i colori giallo e rosso a un avvertimento di fermarsi il primo, uno stop definitivo il secondo. Propose l’dea alla FIFA, già alla ricerca di qualche strumento che desse maggiore autorità all’arbitro e le prime sperimentazioni furono un successo, prima di entrare definitivamente nelle regole del giuoco del calcio.
Fonte: Gazzetta dello Sport