Lindstrom? Il lusso del Napoli. Un oggetto misterioso da 25 milioni
A Jesper Lindstrom, intorno alle 22.30 della notte di Napoli-Real, devono essere venuti i cinque minuti. Cinque, come il tempo in cui ha realizzato che a quel punto difficilmente avrebbe giocato: al 25’, infatti, Garcia sostituisce Politano con Elmas e al 30’ Zielinski con Raspadori. Adattandoli così: Elif, che muore dalla voglia di fare la mezzala, va sull’esterno; e Jack, che da due anni spera invano di recitare da centravanti e nel frattempo contin u a ad adattarsi da esterno del tridente guardando Osi e Simeone (Lecce insegna), a giostrare da mezzala. Jesper non è un esterno puro, non è un’ala con il marchio registrato, ma in campionato ha giocato l’ultima proprio al posto di Politano nei tre davanti e con l’Eintracht ha fatto la stessa cosa nell’unica apparizione in Bundes prima di partire; è arrivato come un jolly offensivo; ha il passo, gli spunti e il tasso che autorizzano a pensarlo più adatto di Elmas ai compiti; con la nazionale danese (e l’Eintracht) è sempre stato nei due o nei tre di trequarti, prettamente a sinistra, o nel tridente (anche a destra); e per finire resta il più grande investimento del mercato estivo – 25 milioni – nonché il quarto della storia del Napoli di De Laurentiis. Acquistato per sostituire soprattutto Lozano: ruolo, esterno destro offensivo.
LA CERTEZZA. Rudi, comunque, tra l’Udinese e il Lecce aveva spazzato via dal cerchio di Lindstrom tutti i possibili riferimenti alla parola “caso”. Perché prima di queste due partite era proprio un caso, quello che si profilava intorno al danese: 22 minuti con la Lazio, compreso il recupero, e più nulla. Fino alla prima da titolare contro i ragazzi di D’Aversa, neanche una settimana fa: sembrava l’inizio di una nuova era, ma poi con il Real sono state fatte altre scelte. Certe alchimie tattiche che in qualche modo hanno riacceso i fari sulle gerarchie e sulla posizione del danese. Vero è che quando sono entrati Elmas e Raspadori, l’esterno e la mezzala adattati, la partita era ancora sul 2-2 e Garcia deve aver badato agli equilibri e alle rispettive capacità di contribuire alla fase difensiva, ma poi sul 3-2 per il Real sono entrati Simeone per Anguissa e Cajuste per Lobotka. E il sospetto delle 22.30 di Jesper è diventato certezza.
LE CHANCE. Scelte tecniche a parte, il suo resta un inserimento ancora parziale: Lindstrom è stato inseguito a lungo e lui stesso ha dichiarato di aver preferito il Napoli al Liverpool per motivi strategici. «I Reds mi volevano, sì, ma quanto avrei giocato? Sarebbe stato intelligente andarci? Sono un loro tifoso, ma se non gioco allora tanto vale sedermi a guardarli in tv. Ho 23 anni, un’età in cui devo giocare un po’: ecco perché penso che il Napoli sia un buon cambiamento. È uno dei migliori club del mondo e hanno detto che giocherò. Che avrò molte chance».
CHE LUSSO. Non troppe per il momento: 3 presenze e 100 minuti in campionato esclusi recuperi, poco più degli 84’ collezionati nell’unica partita giocata in Bundesliga con l’Eintracht (prima di essere ceduto) contro il Darmstadt, da esterno destro del tridente; nessun gettone in Champions. Fuori a Braga e con il Real, dicevamo, a dispetto delle 7 consecutive della stagione precedente a Francoforte, andata degli ottavi con il Napoli compresa (al ritorno era infortunato). L’investimento più ricco dell’estate, insomma, è stato finora più che altro un sostituto di extralusso: quattro partite su sette non le ha guardate in tv ma dalla panchina. In attesa che Garcia ritenga completo il suo inserimento negli schemi e nei meccanismi. «Ci sono giocatori che erano in rosa anche l’anno scorso», ha detto l’allenatore. E a Lecce ha aggiunto: «Natan e Lindstrom sono arrivati tardissimo». Il brasiliano è stato ufficializzato l’8 agosto e ha esordito a Bologna il 24 settembre, mentre Jesper è arrivato il 29 agosto: magari tra un po’ avrà più occasioni come sperava. E Adl vedrà fruttare l’investimento dell’anno.
Fonte: CdS