Rudi nel post gara: «Sui gol abbiamo sbagliato noi, non meritavamo di perdere. Il rigore? C’era, c’era…»
I l Napoli ci ha provato. Ci ha creduto, ha lottato, ha infiammato il popolo e alla fine s’è arreso. Però tra gli applausi: Turpin, francese come Rudi, fischia la fine e lo stadio esplode come se la squadra avesse vinto. Di certo ha scalato ancora posizioni nel cuore e nella mente della gente: i tifosi hanno apprezzato la prestazione e il sacrificio al cospetto di un Real pieno di talenti e qualche fenomeno; hanno apprezzato la capacità di stare in partita e di reagire. Eppure, anche Garcia non è riuscito a sfatare il tabù Real: è arrivata la quarta sconfitta nei cinque incroci di una storia che al massimo ha concesso un pareggio ai tempi del Diego e Butragueño, ieri al Maradona da dirigente del Real. Trentasei anno dopo. Altri mondi, altre facce. Quella di Garcia era comunque quella di un allenatore consapevole: «Il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, ma il calcio è così. Abbiamo giocato alla pari con una grande squadra e mi è piaciuta la reazione nella ripresa: ho visto un Napoli aggressivo e di movimento e avremmo anche potuto vincere». Capitolo arbitri. Il suo connazionale Turpin, appunto: «Non parlerò dell’arbitraggio perché ci sono due episodi dubbi da entrambe le parti. C’è un fallo su Olivera sul calcio d’angolo da cui nasce il 3-2, mentre la mano sul rigore c’è. I cambi? Chi è entrato ha dato intensità e freschezza: sono contento di questo, non del risultato».
L’ATTEGGIAMENTO. Garcia, poi, passa in rassegna la galleria del secondo gol di Bellingham: «Il gol fa parte di un momento dove abbiamo protetto poco l’asse della squadra. Bisogna chiudere all’interno e costringerli a giocare sulle fasce. Piuttosto che concederla a Bellingham che ha più qualità. Poi c’è stata sfortuna, perché la palla passa tra le gambe di Ostigard che tra l’altro ha fatto anche una rete importante. Un colpo che ci ha fatto pensare di poterla vincere. Credo che sia stato più che altro un atteggiamento sbagliato di squadra: bisogna capire i momenti, compattarsi quando serve e poi interpretare. E ripartire. Diciamo che devono farlo i leader in campo».
PROVEDEL E ALEX. Certo la buona sorte non è stata proprio azzurra, ieri, considerando che un paio di settimane dopo il gol di Provedel con l’Atletico è toccato l’autogol a Meret. Alex, tra l’altro, è il primo portiere italiano a fare autorete in Champions dal 7 dicembre 2016: all’epoca fu De Sanctis, con il Monaco, contro il Leverkusen (su rigore).
AMAREZZA E ORGOGLIO. Politano, uno dei migliori fra i giocatori azzurri, l’analizza così: «Dopo una bella partenza abbiamo avuto dieci minuti di blackout e abbiamo concesso due gol. Nel secondo tempo, però, abbiamo dominato: c’è tanta amarezza per il risultato, ma sono convinto che bisogna continuare su questa strada».
E ancora: «Credo che davanti alla porta avremmo potuto fare meglio, certo, però il Real è una grandissima squadra e il Napoli questa volta ha giocato al suo stesso livello».
Fonte: CdS