Su quella fascia era un presenza fissa, Josè Maria Callejon, il calciatore che tutti gli allenatori vorrebbero avere. L’ex attaccante del Napoli ora al Granada, ha rilasciato un’intervista a Relevo: “Quando stavo terminando la mia settima stagione a Napoli, mi hanno proposto il rinnovo a gennaio, poco prima che iniziasse la pandemia. Alla prima proposta di De Laurentiis ho detto no perché sentivo che forse il mio tempo lì era già finito. Anche a me la proposta non è piaciuta molto perché mi aspettavo di più dal club. Alla fine ci ho passato sette anni, ho giocato 350 partite, cioè una media di 50 a stagione. Non mi importava. Non ne ho persa nessuna per infortunio e solo una per squalifica. Ma l’impegno della società che mi aspettavo non è arrivato. Quella stagione è stata prolungata di due mesi e ho giocato gratis a luglio e agosto, il mio contratto è scaduto il 30 giugno. Ho chiesto una sorta di prolungamento di quei due mesi e loro mi hanno letteralmente risposto che sarei potuto tornare a casa il 30. Non avevo intenzione di lasciare terra, tifosi e compagni, saltando diverse partite di campionato e di Champions League, compresa quella contro il Barça al Camp Nou. La cosa meno importante è giocare gratis, ma mi sarebbe piaciuto uscire in modo diverso”.