La Gazzetta dà i numeri (9-20-77) della formazione azzurra (Grafico)
Il terno Scegliamo 9, 20 e 77. Perché sono i numeri di Victor Osimhen, Piotr Zielinski e Khvicha Kvaratskhelia, fuor di dubbio gli azzurri più dotati e indicati per risolvere con una loro giocata una sfida così difficile e complicata. Ma è curioso anche andare a scoprire il significato di questi numeri nella smorfia. Perché hanno una simbologia che si sposa con quella che può diventare la notte magica del Maradona. Il 9 è “‘a figliata”, la figliolanza. E non c’è dubbio che Osimhen sia ormai figlio di questa città, lo ha scritto proprio domenica, per difendere i napoletani da accuse di razzismo. E un figlio così legato sa che stasera tutti gli occhi sono puntati su di lui. E se segnasse ancora, per la terza partita consecutiva, anche se esternamente contenesse la propria gioia dentro sarebbe un vulcano di emozioni, che ha imparato a condividere con la sua gente di qui. Il 20 è la festa. Che sia Zielinski — diventato con Carlo Ancelotti un centrocampista completo — a renderla possibile ma anche un autogol al 96’ sarebbe festa grande comunque. Il 77 invece sono “’e riavulille”, i diavoletti. E non c’è dubbio che Kvaravaggio o Kvaradona che dir si voglia incarni il genio diavoletto che con una finta o uno scavino ti può inventare la giocata decisiva. Proprio Kvara è cresciuto da bambino con il mito di Guti, una vita da madridista ad accarezzare il pallone e a sollevare trofei. Il Real è nei sogni di Khvicha anche da grande, ma qui non si parla di mercato, piuttosto di emozioni. E il georgiano vuole rivivere quella di una settimana fa, quando con un favoloso scavino ha superato anche il portiere dell’Udinese deponendo il pallone in rete e correndo a perdifiato verso la curva, urlando la sua liberazione per quel gol che gli mancava per oltre sei mesi. Lì il campione è tornato bambino, regalando la felicità a due raccattapalle che ha abbracciato e baciato. L’essenza del calcio.
Maurizio Nicita (Gazzetta)