La notte che serviva: una vittoria larga, i gol di Osimhen e Kvaratskhelia, l’entusiasmo dei tifosi e… la sconfitta dell’Inter. Il Napoli ritrova il successo che mancava da agosto e soprattutto un po’ di serenità dopo un paio di risultati negativi e alcune polemiche interne. Non si può certo dire che adesso il passaggio da Spalletti a Garcia sia stato metabolizzato e che da questo momento inizi davvero il campionato del Napoli, anche perché l’Udinese è stato il più morbido (eufemismo) degli avversari: l’ideale per chi è alla ricerca di se stesso e di qualche certezza smarrita. Però i campioni d’Italia hanno aggredito la gara fin dall’avvio mostrando la volontà di reagire dopo i pareggi con Genoa e Bologna. Ieri per la prima volta in questa stagione, e sempre considerando il bassissimo livello dell’Udinese, è sembrato che il Napoli riuscisse a giocare e a muoversi con più scioltezza e leggerezza. Finora era apparso lento, quasi ingessato in un vestito meno comodo di quello spallettiano. Nelle altre partite i giocatori si concentravano su quanto richiesto da Garcia più che sullo sviluppo della manovra: c’era meno libertà e fantasia, un’applicazione più rigida di quanto fatto in allenamento, soprattutto mancava quella fluidità che era diventata un tratto distintivo nella scorsa stagione. Ieri si sono riviste alcune cose: un Lobotka più attivo e rapido nello smistare la palla, tanti tagli e cambi di posizione e anche una buona dose di cattiveria. Per motivi diversi, Osimhen e Kvara volevano segnare e ci sono riusciti con prestazioni puntigliose e orgogliose. I problemi non sono magicamente scomparsi, ma adesso potranno essere affrontati meglio e con ottimismo: le milanesi sono solo quattro lunghezze più su.
Fonte: Gazzetta dello Sport.