Il saggio ex Reja a”Il Mattino”: “Giocattolo non rotto, l’avvio non è stato facile ma non si può buttare tutto a mare”
Ieri ha fatto il turista e stasera lo spettatore. Edy Reja sarà in tribuna al Maradona, ospite di Aurelio De Laurentiis per vedere all’opera il Napoli che resta il suo amore contro l’Udinese che resta la «sua» squadra. In mezzo una visita nell’antica Puteoli con tanto di brindisi (una ribolla gialla direttamente dalla Slovenia) appena uscito dalla rocca di tufo che domina il golfo di Pozzuoli. «Sono rimasto sbalordito da questo patrimonio e da queste ricchezze. Bisognerebbe dirlo a qualche arabo che ha a disposizione una montagna di soldi».
Dirgli cosa?
«Che invece di buttare denaro nel calcio che venga qui con i suoi miliardi per investire in questi posti incantevoli».
Parliamo di calcio, invece. Che sta succedendo al Napoli?
«Premesso che siamo solo all’alba del campionato. C’è un cambio di filosofia chiaramente diversa in atto: uno non deve aspettarsi di veder il Napoli del passato. È un nuovo inizio, bisogna stare calmi, avere pazienza e fiducia».
Non ritiene che si sia rotto il giocattolo, quindi?
«Guai a pensarlo. Effettivamente l’avvio non è stato facile, ma non è che si può buttare tutto a mare. I giocatori devono ancora apprendere la mentalità del nuovo allenatore».
Sette punti di distacco dal vertice però sono tanti.
«L’Inter sta andando forte e per questo il distacco dalla capolista sembra notevole, ma il campionato è lunghissimo e c’è tutto il tempo per recuperare. Il Napoli del resto deve arrivare tra le prime quattro».
In che senso? Non deve difendere il tricolore?
«Lo scudetto l’ha già vinto: ha centrato l’obiettivo. Certo, sarebbe bellissimo se riuscisse a fare bis. Ma se ottiene la qualificazione alla prossima Champions a mio avviso resta comunque un successo».
Quanto è cambiato questo Napoli da quello di Spalletti. Garcia è l’allenatore giusto?
«Non posso entrare nel merito. So che sta lavorando per ottenere il massimo. Certamente ha idee diverse rispetto al suo predecessore: la squadra cerca più la profondità e meno il palleggio. Ma sono meccanismi su cui deve lavorarci sopra».
Prima Kvara a Genova, poi Osimhen a Bologna che non accettano le sostituzioni. Da allenatore cosa ne pensa?
«Che devi entrare in sintonia con il gruppo altrimenti si rischia il fallimento. Anche Spalletti ha avuto il suo bel da fare con Osimhen se non sbaglio. Il tecnico deve intervenire perché in una rosa come quella del Napoli tutti devono accettare le sue volontà. Sempre se credono nel tecnico».
Secondo lei ci credono?
«Spero proprio di si. Altrimenti sarebbe tutto da rivedere. Anche la società che deve prendere un posizione».
Stasera c’è l’Udinese al Maradona, ci sarà?
«Certo che ci sarò. Sono venuto apposta a Napoli. L’Udinese è la mia squadra, Napoli il mio amore. Onestamente però pensavo di trovare un ambiente diverso, più sereno e invece avverto tanta depressione e questo mi dispiace».
Come se ne esce?
«Ci vuole grande equilibrio in questi momenti. Bisogna trasmettere fiducia e creare entusiasmo introno ai calciatori. Anche loro li ho visti preoccupati in campo e questo non deve accadere».
Che partita si aspetta di vedere stasera?
«L’Udinese è molto fisica e il Napoli soffre sempre questo tipo di squadre. Non è facile, sarà dura».
Stasera il turno infrasettimanale, sabato si va a Lecce e poi il big match di Champions al Maradona contro il Real Madrid di Ancelotti…
«Io dico che il Napoli non dovrebbe temere nessuno di questi avversari. Deve soltanto trovare le solite sicurezze che aveva. Non so se sarà facile o difficile, ma deve provarci. Il Real Madrid? Va a due all’ora, con la velocità che ha il Napoli può fare risultato».