La prima sosta per le nazionali ha sempre un significato particolare, perché traghetta le squadre nel cuore della stagione. Le tre giornate estive sono un antipasto, da adesso si fa sul serio perché cominciano le coppe e ci sarà anche un turno infrasettimanale. Insomma, gli allenatori dovranno fare qualche riflessione in più perché le rose lunghe consentono un’ampia possibilità di scelta. Quasi tutte le squadre di A hanno effettuato finora i cinque cambi nelle tre partite disputate, ma fa riflettere la curiosità sui due allenatori che hanno svolto mediamente più tardi la prima sostituzione: Stefano Pioli e Simone Inzaghi.
Quello di oggi è infatti anche il derby tra i tecnici che finora hanno atteso di più prima di intervenire: i nerazzurri sono rimasti con i titolari fino al 65’, i rossoneri fino al 68’. D’altronde le due milanesi non sono mai andate in difficoltà: lo dimostra la classifica, ma anche l’andamento delle rispettive gare, con un controllo totale e una manifesta superiorità sugli avversari. Quindi Pioli e Inzaghi hanno preferito mettere a punto alcuni meccanismi per poi inserire altri giocatori.
La possibilità di fare cinque sostituzioni ha oggettivamente cambiato le partite. In pratica metà squadra può essere modificata durante la gara e questo consente valutazioni di ogni genere. Tra le otto grandi (le sette che fanno le coppe più la Juve), il tecnico che mediamente finora è intervenuto prima è Mourinho (47’), seguito da Gasperini (55’), Rudi Garcia e Allegri (57’), Italiano (60’) e Sarri (61’). Naturalmente il dato statistico è ancora poco significativo perché si sono disputate solo tre turni e l’incidenza, ad esempio, di un infortunio e quindi di un cambio anticipato per un motivo non tattico può essere alta. Ma le tendenze sono delineate.
Tra le grandi, le panchina più ricche dal punto di vista economico e tecnico sono quelle del Napoli (con due attaccanti di grande valore come Raspadori e Simeone) e dell’Inter (molto coperta tra difesa e centrocampo con Pavard, Frattesi e Carlos Augusto, ma valida pure in attacco con l’esperienza di Sanchez e le giocate di Arnautovic).
Anche la panchina del Milan è potenzialmente molto forte, ma alcuni giocatori come Chukwueze, Okafor e Musah devono ancora lasciare il segno in Serie A. Quest’anno, dopo aver perso un totem come Milinkovic, Lotito ha provato ad allungare la rosa della Lazio e gente come Rovella e Kamada (o Guendouzi) sarà preziosa, così come Castellanos che è sempre entrato finora.
La Fiorentina ha un vice Arthur come Maxime Lopez e due punte come Beltran e Nzola. L’Atalanta ha iniziato con De Ketelaere seduto accanto a Gasperini, ma adesso il belga sta guadagnando considerazione. L’infortunio di El Bilal Touré priverà per un po’ i nerazzurri di un’opzione importante.
La competitività della Roma dipende dalla salute di alcuni giocatori: se stanno tutti bene, le alternative non mancano. Ma ci sono alcuni elementi pericolosamente soggetti a infortuni. Infine la Juve: Allegri ha perso il jolly preferito (Pogba) e dal punto di vista della qualità sembra disporre di riserve meno forti rispetto alle rivali che puntano al titolo. Quando ha dovuto rimontare il Bologna, la Juve ha fatto ricorso a McKennie, Iling-Junior (autore dell’assist dell’1-1), Milik e Yildiz. E i vari Kostic, Kean e Miretti non cambiano la sostanza.
Fonte: Gazzetta dello Sport