30 giorni decisivi per i diritti TV

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Un mese di tempo per stabilire il destino dei diritti tv della Serie A dal 2024 in poi. Il 15 ottobre, infatti, scadranno le offerte vincolanti presentate da Dazn, Sky e Mediaset. Poco prima di quella data (il 13) o subito dopo (il 16) i club si ritroveranno nuovamente in Assemblea per prendere una decisione. In ballo ci sono diversi scenari. C’è chi spinge, le grandi in particolare, per abbandonare la partita e puntare tutto sul Canale, aprendo le buste dei 6 potenziali partner. Altre, le piccole soprattutto, sarebbero disposte ad accettare quanto le tv hanno messo sul tavolo, seppure inferiore rispetto ai ricavi del triennio attuale, per evitare il rischio di percorrere un sentiero completamente inesplorato. Per il 2021/24, i diritti nazionali portano alla Lega circa 930 milioni, mentre, mettendo insieme i numeri di Sky (un centinaio di milioni, quindi qualcosa in più rispetto al passato), Mediaset (una sessantina) e Dazn (poco più di 700, un calo dovuto all’addio di Tim), in base alle ultime offerte si arriverebbe attorno agli 870 milioni. Insomma, un gap di qualche decina di milioni, che potrebbe essere colmato – alle stesse cifre ci sarebbe il via libera all’assegnazione – aprendo una nuova fase di trattative private, previa però autorizzazione dell’Agcom e a patto che le stesse tv, in queste settimane, manifestino la disponibilità per un ulteriore rilancio. Altrimenti, l’ultima opzione sarebbe quella di varare un nuovo bando. Intanto, l’Assemblea di ieri ha aperto i giochi per l’assegnazione dei diritti esteri a cominciare dal 2024. Tranne che per alcune zone dell’Asia, per cui ci si affiderà un’agenzia, sarà direttamente la Lega a trattare territorio per territorio. Per cominciare, i club hanno dato mandato all’ad De Siervo di arrivare ad una chiusura con una decina di Paesi europei, tra cui Olanda e Portogallo. L’obiettivo per questo primo step è di raccogliere una quindicina di milioni. Il target finale, evidentemente, è quello di alzare sensibilmente il totale complessivo dei ricavi esteri rispetto a quelli attuali, in modo da compensare il mancato incremento dell’incasso per i diritti nazionali.

 

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Fonte: Corriere dello Sport.

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