Il club beneficerà di un leggero risparmio nel monte stipendi (-3,7 milioni) mentre sosterrà ammortamenti superiori di 13 milioni rispetto a quelli che avrebbe sostenuto con la vecchia rosa, senza interventi sul mercato. Un dato drogato, tuttavia, dalla politica di ammortamenti accelerati.
Oltre alla plusvalenza Kim ne arriverà un’altra – da una decina di milioni – dalla cessione di Lozano il cui cartellino era ormai quasi completamente svalutato e una da 2,5 dalla cessione di Luperto. In totale, quindi, il bilancio dell’anno in corso godrà di una sessantina di milioni di ricavi da plusvalenze che riporteranno in utile un bilancio penalizzato negli ultimi due anni: quasi 120 milioni di perdite nette nel biennio 2019-2021 sono un dato inconsueto per la gestione De Laurentiis.
In 19 anni, la crescita del Napoli – dalla serie C allo scudetto – si è accompagnata alla sostenibilità: dieci anni in utile (167 milioni totali) contro nove in perdita (166) all’insegna della perfetta parità di gestione nonostante il peso degli ultimi 3 anni, dopo il Covid ma soprattutto senza Champions per due stagioni consecutive: quasi certamente il 2022/23 segnerà già il ritorno all’utile.
Sempre a zero i debiti. Anzi, una posizione di cassa positiva perché il Napoli non ha mai folleggiato sul mercato dei calciatori, neppure l’estate scorsa con un altro mercato a saldo positivo per 11 milioni che aveva fatto mugugnare i tifosi e suscitato lo scetticismo di molti addetti ai lavori.
Fonte: Corriere dello Sport