Nanni Moretti l’avrebbe messa giù così: «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?». Ecco, chissà se la domanda se l’è posta pure Cristiano Ronaldo. Di sicuro la sua assenza dall’elenco dei 30 candidati al Pallone d’oro 2023, per quanto annunciata, fa rumore. Il portoghese dell’Al-Nassr era in quell’elenco dal 2004, una vita fa. Ma tutto passa, tutto cambia. Questa edizione è una sfida annunciata tra Lionel Messi, vincitore dell’ultimo Mondiale, ed Erling Haaland, che sul comodino della camera da letto ogni sera può ammirare una Champions League.
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La Serie A E poi ci sono gli “italiani”. Che anche a quella stessa Champions si sono appoggiati. Prendi l’Inter: della squadra che è arrivata in finale a Istanbul, sfiorando l’impresa proprio contro la formazione di Guardiola, ci sono Lautaro, Barella e l’ormai ex Onana, che evidentemente tra i candidati è entrato proprio per il suo lavoro in nerazzurro. Per il Toro e per Nicolò si tratta di un ritorno in nomination: erano già finiti nel prestigioso elenco nel 2021, merito dello scudetto vinto con Antonio Conte in panchina. Nulla è casuale, tutto è abbastanza leggibile.
Lautaro e Barella, proprio con Onana, sono stati anche i calciatori dell’Inter più cercati nell’ultimo mercato. Il portiere è volato a Manchester, sponda United, dopo aver fatto intascare a Steven Zhang 50 milioni (più due di bonus). Lautaro ha detto no a un’offerta da mille e una notte ricevuta dall’Arabia, tanto per cambiare. E Barella, l’unico azzurro presente in lista, è stato avvicinato, a suon di milioni, da almeno un paio di club inglesi, Newcastle e Arsenal.
Segnale L’Inter crea valore, dunque. Ma il discorso può essere facilmente applicato anche al Napoli. Lo scudetto di Spalletti ha portato di diritto nell’elenco Osimhen, Kvaratskhelia e Kim, oggi al Bayern. Nessuno dei quattro/sei “italiani” è destinato a vincere il premio. Ma è un buon segnale per la Serie A e il nostro movimento. Per dire: nell’edizione di un anno fa erano solo tre i calciatori presenti provenienti dal nostro campionato, ovvero Maignan, Leao e Vlahovic. E il merito va anche, nel caso di Kim e Kvaratskhelia, anche a chi quei calciatori ha saputo sceglierli e portarli nel nostro Paese.
Leo favorito Il premio sarà assegnato il 30 ottobre, al Théatre du Chatelet di Parigi. Chissà se come lo scorso anno ci sarà chi riuscirà a infiltrarsi, come il tifoso diventato famoso per essersi nascosto per 26 ore in bagno pur di riuscire a farsi una foto col trofeo. Per la verità, non si vede come le due posizioni possano essere in discussione. Il duello è tutto tra Messi e Haaland. Per Leo è un ritorno tra i candidati, dopo l’esclusione – rumorosa anche quella – di 12 mesi fa. L’argentino va a caccia dell’ottavo trofeo. E lo fa con pieno diritto, se è vero che alla sua bacheca infinita è riuscito ad aggiungere anche il Mondiale vinto in Qatar. Leo potrebbe essere il primo calciatore tesserato per un club non europeo a vincere il Pallone d’oro. Il suo rivale è Haaland, uomo copertina del City di Guardiola che ha vinto il Treble, non solo la Champions.
Ma che sia Leo il grande favorito, forse, lo si capisce anche dalle schede del sito stesso dell’Equipe che accompagna i 30 candidati. Quella dell’attuale campione dell’Inter Miami recita così: «Perché Messi? Perché ha compiuto la sua ultima missione, la più grande, bella, maestosa: regalare la Coppa del Mondo alla sua nazione e conquistare il cuore del popolo argentino, per il quale ormai è indiscutibile e intoccabile». Un po’ di curiosità sparse: la Premier League è il campionato più rappresentato con 12 calciatori su 30. Fa rumore la presenza di un solo brasiliano (Vinicius del Real Madrid) a fronte di due norvegesi (Haaland e Odegaard), nazionale neppure presente all’ultimo Mondiale. Fuori dall’Europa tre candidati: Messi, oggi a Miami, poi Benzema (Al-Ittihad), Bounou (Al-Hilal). A votare, va ricordato, saranno allenatori e capitani delle Nazioni che occupano le prime 100 posizioni del Ranking Fifa, oltre ai giornalisti di France Football. Appuntamento tra 53 giorni.