Amoruso: “Per il Napoli sarà difficile ripetersi, ecco cosa penso della sconfitta con la Lazio”

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A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Nicola Amoruso, ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista:

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È di ieri la notizia della mail di De Laurentiis agli intermediari dell’Al Hilal sull’offerta di 200 milioni rifiutata dal patron azzurro: come reputa la valutazione di De Laurentiis?
“E’ una risposta che mi è piaciuta. Si tratta di un giocatore giovane e soprattutto tra i più forti nel panorama calcistico internazionale. È una valutazione che ritengo essere giusta ed è un modo di rispedire al mittente l’offerta e tenersi stretto il proprio talento”. 
Ad oggi, nel calciomercato moderno, crede sia giusto rifiutare offerte di questo tipo?
“È difficile, sono entrate che possono cambiare interi bilanci. Tuttavia, credo che De Laurentiis abbia fatto i suoi conti, e ritengo sia convinto di poter richiedere cifre addirittura superiori anche il prossimo anno. Sono le nuove dinamiche del calciomercato che possono far contenti i calciatori, le società ma un po’ meno i tifosi”.
Che futuro avrà il calcio arabo?
“Tutto quel che si fa ora è frutto di una programmazione ben definita. Già con l’arrivo di Ronaldo i proclami lasciavano intendere le intenzioni di costruire uno dei campionati migliori al mondo. Inizialmente ridevamo tutti, poi hanno cominciato ad essere in tanti a trasferirsi in Arabia. Sono offerte a cui, a dire il vero, è difficile dire di no. Anche la scelta di Mancini può essere comprensibile. Il futuro, dunque, del calcio arabo credo sia certo. Le potenzialità finanziarie lo consentono, e ne vedremo ancora delle belle”.
Che Italia si aspetta, quella della vittoria europea o della mancata qualificazione ai Mondiali?
“Una via di mezzo. Credo che Spalletti possa portare la sua esperienza tattica oltre che tecnica. La qualità di questa nazionale andrà valutata con attenzione. Devo ammettere che non mi aspettavo la scelta di Luciano sulla panchina degli Azzurri. Lo ritengo un allenatore da campo e quotidianità, ma sono sicuro porterà una ventata di novità ed un apporto significativo”.
Cosa può dare Luciano Spalletti alla Nazionale?
“Tatticamente può portare idee importanti, mentalità ed esperienza. Tuttavia, un conto è lavorare con cadenza quotidiana, altro con la frequenza di una Nazionale. Andrà valorizzata la qualità del gruppo, come fatto da Mancini e dal suo miracolo europeo”.
Può essere la stagione di Vlahovic?
“La stagione del serbo dipenderà da lui ma anche dalla squadra. È un calciatore che necessita di un gioco che possa permettergli di valorizzare il suo potenziale. Soprattutto, una squadra che possa creare tante occasioni, e sotto questo punto di vista la Juventus fa fatica”
Chi vede favorita tra Inter e Milan?
“Devo dire che è una bella lotta. Sono due squadre che mi piacciono molto, che hanno cambiato tanto ma in maniera intelligente. Con l’addio di Maldini e Massara si pensava ad un Milan in difficoltà; invece, il club ha lavorato davvero bene. L’Inter, invece, sembra essere partita molto bene e con le idee chiare”.
Quanto sarà difficile difendere lo Scudetto per il Napoli?
“Sarà difficilissimo. Dopo l’entusiasmo di uno Scudetto meritatissimo c’è l’arduo compito della riconferma, con le sue pressioni e le sue responsabilità. Sarà un banco di prova importante anche per Garcia, alle prese con la difficile eredità di Spalletti. La sconfitta contro la Lazio non deve indurre a facili e precoci giudizi sul tecnico francese. All’ex Roma andrà concesso tempo per potersi esprimere”.
Sconfitta del Napoli contro la Lazio frutto di un secondo tempo non all’altezza?
“Il Napoli ha fatto un gran primo tempo ed avrebbe dovuto concretizzare la mole di gioco. Se il Napoli avesse segnato due gol nella prima metà la gara sarebbe finita, a mio avviso, tre a uno per i padroni di casa. Quel che mi ha meravigliato è stata la tendenza degli azzurri a lasciare così tanto spazio agli avversari. Non parlo dei singoli difensori quanto dell’approccio mentale di un reparto che ha denotato incertezza”.
Qual è il vero ruolo di Raspadori?
“Anch’io ho avuto qualche dubbio su questo. È un calciatore che spesso parte largo per poi convergere verso la porta. La scorsa stagione, però, ha saputo disimpegnarsi al meglio come prima punta. Sarà l’allenatore a dover comprendere dove il giocatore si sente maggiormente a suo agio. Mi sembra di capire che Jack preferisca giocare centralmente piuttosto che sulla fascia”
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