Tifosi del Napoli: dalle contestazioni a De Laurentiis all’esaltazione, così la piazza non cresce

Pro-De Laurentiis ed Anti-De Laurentiis. Soltanto con un maggiore equilibrio si potrà puntare alla crescita

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La tifoseria del Napoli, dopo aver celebrato il tanto agognato terzo scudetto, è tornata a dividersi tra pro-De Laurentiis ed anti-De Laurentiis, alimentando una spaccatura che rischia di penalizzare anche la squadra in campo.
La tifoseria del Napoli è certamente tra le più passionali al mondo, i tifosi partenopei infatti non perdono occasione per incitare la propria squadra e per stringersi intorno ai calciatori nei momenti di difficoltà.
I festeggiamenti per il terzo scudetto, arrivato ben 33 anni dopo il secondo, hanno mostrato una bella immagine di Napoli e dei napoletani in tutto il mondo. Tuttavia, sia nella scorsa stagione che in quella in corso, la tifoseria appare spaccata di fronte alle strategie del patron Aurelio De Laurentiis.

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Lecchino o A16?

Quando due tifosi del Napoli si incontrano e cominciano a discutere della propria squadra del cuore, irrimediabilmente gli interlocutori si chiedono che “tipo” di tifoso del Napoli hanno di fronte. Pro- De Laurentiis o Anti- De Laurentiis? Identificare a quale delle due frange di tifo appartenga un tifoso è essenziale, non esistono infatti grandi sfumature: chi non è contro De Laurentiis è un “lecchino” mentre chi non difende a spada tratta l’operato della società è un “A16“.

Contestazioni vecchie e nuove

Nella scorsa stagione il Napoli ha riconquistato il tanto atteso scudetto, mettendo alla fine d’accordo tutti, per farlo è però dovuto passare attraverso una serie di feroci contestazioni.
La frangia dei tifosi avversa alla gestione De Laurentiis, piuttosto nutrita all’inizio della passata stagione, contestava infatti con grande ferocia l’operato del Napoli sul mercato, dubitando costantemente della reale volontà del club di puntare allo scudetto.
Anche a stagione in corso, mentre la cavalcata trionfale degli azzurri era in corso d’opera, gli ultras del Napoli hanno duramente contestato De Laurentiis per la “questione stadio”, poi risolta con un pubblico riavvicinamento tra le parti.
Ora che gli azzurri sono chiamati a disputare un campionato di alto livello che confermi i risultati ottenuti nella passata stagione, non sono mancati malumori più o meno velati all’indirizzo della famiglia De Laurentiis. In particolare a seguito dello sfumato accordo per Gabri Veiga le offese di alcuni supporters azzurri hanno costretto Valentina De Laurentiis a chiudere il proprio profilo Twitter.
La figlia del patron azzurro si è trovata infatti sommersa dagli insulti (in gran parte rivolti al suo illustre genitore) semplicemente per aver postato una frase che nulla aveva a che vedere con il calcio (protect your daughter, educate your son) per celebrare la giornata mondiale della festa della donna.
La rabbia di alcuni tifosi partenopei si è quindi scagliata contro Valentina De Laurentiis, sfruttando il suo tweet per insultare la società partenopea colpevole di essersi fatta soffiare Gabri Veiga dagli arabi. A seguito di questi comportamenti Valentina De Laurentiis è stata costretta a chiudere il suo profilo Twitter.

Dalla depressione all’esaltazione

I tifosi azzurri sono, come detto, molto passionali, tanto da passare con grande disinvoltura dalla depressione all’esaltazione. Già nella passata stagione abbiamo assistito a numerose contestazioni al club per un calciomercato definito insoddisfacente. Queste contestazioni sono poi del tutto svanite di fronte alla trionfale cavalcata azzurra, trasformandosi in un uragano di esaltazione.
Allo stesso modo, la depressione manifestata per lo sfumato affare Veiga si è trasformata in grande soddisfazione per l’acquisto di Lindstrom dall’Eintracht.

Per il bene del Napoli: la risposta è l’equilibrio

Analizzando dall’interno la piazza napoletana appare evidente che questo continuo sali e scendi di emozioni potrebbe rappresentare un grosso problema a lungo andare. La società ha lavorato in questi anni per portare il Napoli ad una costante crescita, senza rovinare le finanze del club.
I risultati sono davanti agli occhi di tutti: il Napoli era in Serie C quando fu prelevato da De Laurentiis e negli anni è tornato in Serie A, collezionando numerose partecipazioni alle coppe europee, arrivando molte volte secondo in classifica e infine vincendo un memorabile scudetto.
Perché allora mancano l’armonia ed il supporto incondizionato di tutta la piazza? Probabilmente è necessario che in città si lavori in direzione di un ritrovato equilibrio, concedendo alla società di portare a termine le proprie scelte (anche quando queste appaiono discutibili), senza attaccarla in modo così violento. Probabilmente la crescita della tifoseria non ha avuto lo stesso ritmo di quella sportiva, per questo sembra necessario ora che i tifosi azzurri puntino ad un maggiore equilibrio, offrendo al campo la possibilità di dimostrare la bontà delle scelte societarie. Per il bene del Napoli.

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