Qui non si butta niente, soprattutto dalla memoria, e tutto ciò che venne «registrato» il 15 marzo, è rimasto adagiato tra i ricordi da custodire: quando Eintracht Francoforte finì, e il Napoli già poteva permettersi di proiettarsi verso il quarto di finale di Champions League, Jesper Lindstrøm si ritrovò, inconsapevolmente, nel data-base di Castel Volturno.
Per una settantina di minuti, ondeggiando ora tra le trequarti e poi sulla corsia di destra, il danesino s’era imposto con quella sua leggerezza nel palleggio, con la postura elegante e con la spavalderia che infiammò Cristiano Giuntoli, già da un po’ allertato, e lo indusse a crederci.
Gli avevano detto un po’ tutto, altro ci aggiunse andando a scavare nel vissuto di Lindstrøm, e quando dovette stilare l’ultima sua lista per la spesa, al fianco di Koopmeiners e Gabri Veiga, ci finì per questi ventitreenne, dai costi ormai già inevitabilmente «esagerati». Fonte: CdS