L’agente di Alessandro Zanoli, Alessandro Moggi, spiega a Tuttomercatoweb.com la situazione del suo assistito: “Alessandro sta vivendo un momento molto complicato. È un giocatore ancora giovane e come tale deve crescere giocando, provando a fare un percorso. Qualitativamente è anche un patrimonio del calcio italiano nel suo ruolo, nella Sampdoria l’anno scorso lo ha dimostrato. Purtroppo ci troviamo in una situazione complicatissima, ci sono sei squadre interessate a Zanoli e il Napoli non vuole darlo”.
Una valutazione del club.
“Questo può essere legittimo, ma lui è un giovane e guadagna come un calciatore di Lega Pro senza troppa possibilità di crescere e se il Napoli chiude la porta a prescindere, senza darti neanche opportunità di parlare, diventa un problema di gestione e di professionalità nei confronti di un ragazzo che, educatamente, chiede di andare a giocare. Il Napoli dovrebbe considerare anche il proprio interesse patrimoniale e non tenere ai margini un proprio patrimonio tecnico. Lui è il vice Di Lorenzo e basta guardare le statistiche per capire che gioca tutte le partite. Un conto è farlo a trent’anni con una carriera strutturata alle spalle e dopo certi contratti, un altro a venti quando sei in rampa di lancio e hai dimostrato un livello diverso rispetto a tanti altri.
Ci lamentiamo che il calcio italiano non ha talenti, ma se non consentiamo a giocatori come Zanoli di esprimersi, senza mezza apertura o un confronto, senza neanche riceverci per parlare, diventa una questione differente da una scelta tecnica o societaria. Il Napoli si espone in maniera dura su tutto, abbiamo visto la questione della clausola di Spalletti con la FIGC, il loro posizionamento è totalmente individualista all’interno del sistema e pensano di poter fare come vogliono in tutto. Zanoli ha un contratto e naturalmente deve rispettarlo ma sta chiedendo solo di andare a giocare e non di stare a fare lo spettatore al Maradona. Ma confrontarsi con chi non ti dà la possibilità diventa un boomerang… Così è impossibile poter dimostrare qualcosa, è una situazione davvero molto brutta. E incide pure sulla psiche del ragazzo, è preoccupato”.
Ma secondo voi perché il Napoli ha tagliato le linee? E in giro si legge anche che la sua permanenza sarebbe volontà di Garcia.
“Ho provato a dialogare ma non mi viene data possibilità di farlo. De Laurentiis mi ha risposto in maniera molto sgarbata, ho i messaggi a testimoniarlo: Zanoli non si muove, a prescindere, senza che io abbia maniera di spiegare. Non so da chi parta l’idea, però credo che lui sia legittimato a ritenere ingiusto rimanere a fare lo spettatore quando ci sono sei società disponibili a prenderlo e pagare, sia in prestito che a titolo definitivo: il fatto che per loro non ci sia possibilità di procedere, esce dai canoni della normalità”.
Con questi contorni come si prefigurerebbe una permanenza?
“La cosa è forzata, dura, senza possibilità di un dialogo. Ho messaggi irrispettosi anche del mio ruolo di agente del calciatore che mi sono stati inviati dal presidente, ripeto, posso mettere tutto nero su bianco. Zanoli sarebbe pure contento di rimanere a Napoli, ma se giocasse! Sembra il secondo portiere ora come ora, non gioca mai. O altrimenti è usato fuori ruolo: la considerazione non può essere tecnica, ma di altra natura”.
Quale?
“Non lo so, me lo chiedo anche io. Non può essere un’idea dell’allenatore: lui altrimenti gli avrebbe dimostrato di volergli dare delle opportunità, non a chiacchiere ma con i fatti. Giustamente Di Lorenzo avrà tutto lo spazio che si merita ma pure Zanoli avrà il diritto di diventare un giocatore, no? Non solo il dovere di rispettare un contratto che neanche è adeguato”.
E possibilità di un nuovo contratto non sembrano esserci.
“Niente, zero assoluto”.
Quali sono le squadre, può dircele?
“Preferisco non fare nomi, ma vi dico che sono sei tra Italia ed estero. E non si apre nessun tavolo? Situazioni come queste sono ovviamente diverse dal classico concetto del fuori rosa e del conseguente reintegro di cui all’accordo collettivo ma credo siano ugualmente lesive del diritto del calciatore, il quale si trova senza protezione e difesa. Forse l’AIC dovrebbe tenere in considerazione profili di tutela per casi di questo genere”.